La Via (è) maestra – Sabato della I settimana di Avvento

La Via (è) maestra – Sabato della I settimana di Avvento

8 Dicembre 2023 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della I settimana di Avvento

Is 30,19-21.23-26   Sal 146 

O Dio, che per liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato

hai mandato il tuo Figlio unigenito in questo mondo,

concedi a noi, che attendiamo con fede

il dono della tua misericordia,

di giungere al premio della vera libertà.

Per il nostro Signore Gesù Cristo …


Dal libro del profeta Isaìa Is 30,19-21.23-26

A un tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia.

Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,

tu non dovrai più piangere.

A un tuo grido di supplica [il Signore] ti farà grazia;

appena udrà, ti darà risposta.

Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione

e l’acqua della tribolazione,

non si terrà più nascosto il tuo maestro;

i tuoi occhi vedranno il tuo maestro,

i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te:

«Questa è la strada, percorretela»,

caso mai andiate a destra o a sinistra.

Allora egli concederà la pioggia per il seme

che avrai seminato nel terreno,

e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso;

in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato.

I buoi e gli asini che lavorano la terra

mangeranno biada saporita,

ventilata con la pala e con il vaglio.

Su ogni monte e su ogni colle elevato

scorreranno canali e torrenti d’acqua

nel giorno della grande strage,

quando cadranno le torri.

La luce della luna sarà come la luce del sole

e la luce del sole sarà sette volte di più,

come la luce di sette giorni,

quando il Signore curerà la piaga del suo popolo

e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.

Misericordia e giustizia

L’oracolo di salvezza si inserisce in un contesto di denuncia del rifiuto di ascoltare l’insegnamento di Dio, mettendo a tacere la voce dei profeti e preferendo confidare nell’aiuto che invece si rivela fallace e nocivo. Infatti, il risultato di questo atteggiamento si palesa nelle conseguenze del peccato. Secondo una logica, puramente umana, la giustizia sarebbe la risposta al male commesso o al bene compiuto. La debolezza di questa visione sta nella realtà perché la punizione da sola non ha alcuna forza educativa, come ne è priva anche quelle espressioni di compiacenza e benevolenza con le quali ci si illude di «conquistare» la fiducia. L’oracolo profetico presenta i sentimenti di Dio che rivelano la sua alta sapienza. Dio, clemente e misericordioso ha la speranza di poter realizzare la sua misericordia e dare la sua grazia e non soltanto i suoi doni. La misericordia non è il premio accordato ai meritevoli ma il dono offerto ai miseri. Lo spazio dove si gioca la misericordia di Dio è il conflitto tra la colpa dell’essere umano e la giustizia divina. Dio esercita la misericordia non giudicando più secondo la colpa ma tenendo conto della sua debolezza e della sua incapacità di riconoscere le proprie colpe e corresponsabilità. In tal modo, Dio non è un freddo giudice che attua le regole rigidamente e rende nota la sua sentenza ma è un maestro che accompagna i discepoli a interiorizzare i suoi sentimenti, ad assimilare la sua sapienza e a metterla in pratica.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,35-10,1.6-8)

Vedendo le folle, ne sentì compassione

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.

Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

La Via (è) maestra

“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio»” (Is 52,7). Le parole del libro del profeta Isaia, scritte cinquecento anni prima di Cristo, annunciano il ritorno di Dio come pastore e guida del suo popolo. La proclamazione dell’evento è affidata ai messaggeri che annunciano la pace portata dal Signore che esercita su Israele la sua regalità. Una delle immagini classiche per indicare il capo del popolo è quella del pastore che cura il suo gregge.

Il pastore svolge il suo lavoro sulla strada, così come Gesù percorre città e villaggi, evangelizzando e guarendo, e parimenti i Dodici discepoli sono inviati a predicare strada facendo. La strada è il luogo degli incontri non scontati, non programmati, non calcolati. Nel chiaroscuro dell’imprevedibilità c’è la possibilità per la scoperta e per la novità che l’incontro con l’altro sempre riserva.

La strada è lo spazio dell’incontro con chi non è aggrappato alle sue certezze mondane sulle quali confidare, ma è in ricerca di ciò che può realizzare i suoi sogni e i suoi desideri.

La strada è l’occasione per incontrare chi lascia la comodità e la convenienza di un posto fisso o la propria isola di sicurezza e si avventura. La strada è il luogo della condivisione sincera di quello che si porta con sé, le proprie domande, le ferite, i doni ricevuti e diventati patrimonio personale.

Gesù ci invita ad essere viandanti sulle strade del mondo e non sedentari custodi e vigilanti armati di verità astratte. Il pellegrino non seleziona a priori chi incrociare, ma sa solo che sta andando per incontrare tanti volti quante sono le sfaccettature dell’umanità complessa e articolata alla quale portare la luce del Vangelo.

La Parola cambia la vita

Come percorro la mia strada? “Vado avanti per la mia strada”, cioè non mi curo di nulla e perseguo i miei obbiettivi o mi lascio guidare dalla Parola di Dio e tengo la fronte alta pronto a fermarmi per incontrare i fratelli? Non tollero ritardi e proseguo dritto o accetto di rallentare il passo per camminare insieme agli altri? Qual è l’approccio alle persone che incontro sul mio cammino. Compassione o giudizio?

Signore Gesù, Tu sei la via che ci conduce al Padre ma sei anche la strada sulla quale i fratelli s’incontrano. Attraverso di Te Dio si fa prossimo all’uomo e se ne prende cura con amorevole delicatezza e insieme a Te anche noi possiamo partecipare gratuitamente ai nostri fratelli la pace che gratuitamente abbiamo ricevuto. Donami quell’amore che non spegne il desiderio ma lo purifica sublimando il bisogno personale da soddisfare in volontà di compiere gioiosamente la mia vocazione. Il tuo Spirito faccia fruttificare la pace, riversata nel cuore, in gesti di carità chiave attraverso la quale poter accedere a quello dei fratelli e far scendere su di essi la benedizione del cielo.