L’anelito alla santità – Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

L’anelito alla santità – Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

8 Ottobre 2023 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Gl 4,12-21   Sal 96  

Dio onnipotente ed eterno,

che esaudisci le preghiere del tuo popolo

oltre ogni desiderio e ogni merito,

effondi su di noi la tua misericordia:

perdona ciò che la coscienza teme

e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dal libro del profeta Gioèle Gl 4,12-21

Date mano alla falce, perché la messe è matura.

Così dice il Signore:

Si affrettino e salgano le nazioni

alla valle di Giòsafat,

poiché lì sederò per giudicare

tutte le nazioni dei dintorni.

Date mano alla falce,

perché la messe è matura;

venite, pigiate,

perché il torchio è pieno

e i tini traboccano,

poiché grande è la loro malvagità!

Folle immense

nella valle della Decisione,

poiché il giorno del Signore è vicino

nella valle della Decisione.

Il sole e la luna si oscurano

e le stelle cessano di brillare.

Il Signore ruggirà da Sion,

e da Gerusalemme farà udire la sua voce;

tremeranno i cieli e la terra.

Ma il Signore è un rifugio per il suo popolo,

una fortezza per gli Israeliti.

Allora voi saprete che io sono il Signore, vostro Dio,

che abito in Sion, mio monte santo,

e luogo santo sarà Gerusalemme;

per essa non passeranno più gli stranieri.

In quel giorno

le montagne stilleranno vino nuovo

e latte scorrerà per le colline;

in tutti i ruscelli di Giuda

scorreranno le acque.

Una fonte zampillerà dalla casa del Signore

e irrigherà la valle di Sittìm.

L’Egitto diventerà una desolazione

ed Edom un arido deserto,

per la violenza contro i figli di Giuda,

per il sangue innocente sparso nel loro paese,

mentre Giuda sarà sempre abitata

e Gerusalemme di generazione in generazione.

Non lascerò impunito il loro sangue,

e il Signore dimorerà in Sion.

Decidersi per Dio

Questo oracolo ha dato il nome alla valle di Giosafat che è di fronte a Gerusalemme dalla parte est. Attualmente su un costone del monte degli ulivi, dall’alto in basso si estende un grande cimitero nel luogo che, secondo la tradizione che nasce de questo oracolo, inizierà il «giudizio finale». Il giorno della Decisione è rappresentato dal tempo della mietitura e della vendemmia quando si taglia con la falce in mezzo alla messe matura per raccogliere il grano e si spreme l’uva nel torchio per produrre il vino. Sono immagini che richiamano il dramma della violenza e dello spargimento di sangue. Il profeta Gioele intende scuotere le coscienze perché non ci si abitui al male, piegandosi alle sue logiche distruttive, ma si ravvivi nel cuore di chi teme Dio il senso della giustizia per combattere il male con le armi del bene. In questo modo, la fede praticata nel culto e nella vita apre la strada al compiersi della volontà di Dio e fa di coloro che rimangono fedeli al Signore come gli astri che brillano nella notte fredda e buia dell’ingiustizia.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,27-28

Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».

Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

L’anelito alla santità

Tra la folla che ascolta Gesù c’è una donna che, ispirata, benedice Maria per il fatto che l’ha generato e allevato. Lodando l’albero si canta anche la bellezza e la bontà del frutto. La preghiera della donna è spontanea perché nasce da un cuore che, nella sua semplicità e senza saperlo, aspira alla santità e desidera essere come quello della madre di Gesù. Un figlio benedetto non può che essere nato da una donna benedetta. Ed è effettivamente così perché lei, come le aveva detto Elisabetta, è beata perché ha creduto nell’adempimento della Parola di Dio. La santità, infatti, è la volontà di Dio che prende corpo nella nostra vita. Per questo Gesù replica che sua madre non è destinataria di un privilegio ma di un dono che è fatto a tutti perché la Parola di Dio si è fatta vicino ad ogni uomo affinché sia sulla bocca e nel cuore di chi l’ascolta. Essa è la vera benedizione di Dio offerta a tutti, come il seme sparso ovunque dal seminatore. Il primo destinatario della benedizione degli uomini è Dio in quanto origine di ogni benedizione. Chi ascolta la sua Parola e la incarna nella propria vita diventa egli stesso benedizione per coloro che accolgono il Vangelo portato nel mondo. La beatitudine di Maria non si riferisce solo ad un evento passato grazie al quale è nato Gesù, ma alla sua azione materna verso di noi che siamo da lei educati ad ascoltare la Parola di Dio ed aiutati a metterla in pratica per diventare per gli altri fratelli benedizione di pace.

Signore Gesù, benedizione del Padre che fai del cuore di chi ti ascolta un grembo che genera vita e delle labbra di chi medita la tua Parola il canale da cui scorre la grazia del Vangelo, invoca su di me lo Spirito Santo perché diventi santo come Tu sei Santo. Come un bambino che desidera il latte materno e il calore del suo abbraccio anche io anelo l’incontro con Te per parlare bocca a bocca, cuore a cuore. Chiamami con la tua voce perché ti cerchi per ascoltarti, ti trovi per servirti, rimanga con te per imparare a conoscermi e ad amare i miei fratelli come Tu ami me.