Senza preghiera il servizio diventa prestazione – Santi Marta, Maria e Lazzaro
Santi Marta, Maria e Lazzaro
Dio onnipotente ed eterno,
il tuo Figlio ha accettato l’ospitalità
nella casa dei santi Marta, Maria e Lazzaro:
per loro intercessione concedi a noi
di servire fedelmente Cristo nei fratelli,
per essere accolti da te nella dimora del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 4,7-16
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Dio è sorgente e modello dell’amore fraterno
L’esortazione di Giovanni all’amore fraterno scaturisce dal desiderio di stare con Dio. L’evangelista, che ha vissuto con Gesù e ha gustato la sua amicizia, vuole che questa esperienza sia fatta propria da tutta la comunità. Non può rimanere un episodio del passato per poche persone. In realtà, Giovanni interpreta il volere di Dio di abitare stabilmente con l’uomo facendo casa con lui. È il progetto di amore che Dio ha nel cuore sin dall’inizio della creazione e che ha compiuto quando ha inviato suo Figlio Gesù quale vittima di espiazione e sacerdote della nuova alleanza per cancellare la barriera del peccato e aprire la strada della pace. Sulla croce Gesù ha riconciliato Dio e l’uomo e li ha uniti in un vincolo indissolubile d’amore. Questa unione sponsale va custodita e alimentata mediante il servizio della carità fraterna. L’attingiamo dal cuore di Cristo, il quale è origine e modello dell’amore fraterno.
Salmo responsoriale Sal 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Senza preghiera il servizio diventa prestazione
Ospitare i pellegrini è un’opera di misericordia, Marta ne è un esempio. In casa con lei c’è anche sua sorella Maria. Nei confronti di Gesù le due sorelle incarnano due stili di relazione e due modelli di accoglienza diversi e complementari dove però l’ascolto è la condizione necessaria perché l’azione sia animata dallo Spirito e non dall’ansia di prestazione. L’ascolto della Parola, come fa Maria, non è tempo sottratto all’attività pratica più concreta. Come nel molto parlare non manca la colpa (Pro 10,19) così nei molti servizi si nasconde la tentazione dell’attivismo che trasforma il ministero in espletamento di pratiche burocratiche. Se la precedenza è data all’attività si corre facilmente il rischio di sostituire Dio con il proprio io e di anteporre alla virtù della docibilità, che consiste nella disponibilità a lasciarsi istruire dal Maestro, l’obbedienza pretesa da coloro dai quali ci si aspetta collaborazione. Possiamo accorgerci di essere caduti nel tranello quando mettiamo avanti la lamentela giudicando l’operato degli altri considerato insufficientemente efficace. Marta sembra non servire con gioia perché si sente sola nel realizzare quello che ha in programma nella sua mente. A volte ci ergiamo a maestri presumendo che il nostro comportamento sia esemplare e debba essere necessariamente riconosciuto e seguito dagli altri. Maria insegna alla sorella che siamo innanzitutto discepoli bisognosi di essere ammaestrati da Dio. Incontrarlo significa partecipare al banchetto nel quale Lui prepara le vivande della sua sapienza e i vini raffinati della sua misericordia. Accogliere Gesù e servirlo vuol dire cedergli il posto del capo famiglia che offre ai suoi ospiti la parte migliore riservata ai suoi amici.
Signore Gesù, tu che pur essendo padrone di casa ti fai servo dei tuoi discepoli, accetta l’ospitalità dei tuoi amici che ti chiedono di rimanere con loro soprattutto nelle notti oscure della vita. Nella stanchezza donami la serena gioia di stare con Te e ascoltarti perché la tua Parola diventi l’anima del mio servizio. Quando mi sento solo nel portare il peso delle responsabilità e mi lamento perché sembra che nessuno mi capisca, correggimi con delicatezza, come hai fatto con Marta, e ricordami che la porta del tuo cuore è sempre aperta perché nella preghiera trovi nutrimento per l’anima.