Eccomi, sono la serva del Signore
Novena dell’Immacolata 2022
04 dicembre – Maria, discepola del silenzio e ministra della consolazione
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27,56-57.59-61)
55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. 57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù… 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
Sul Golgota le folle osannanti cedono il posto alle autorità religiose e ai soldati che insultano Gesù, il quale affronta il dramma della morte battezzato nel silenzio della solitudine più assoluta. Le donne menzionate dall’evangelista sono le uniche, tra i discepoli della prima ora, che rimangono alla sequela di Gesù fino all’ora ultima della croce. Lo stile diaconale che caratterizza il discepolato delle donne le ha educate, più degli altri, all’esercizio della maternità fino a giungere al momento del parto nel quale devono lascare andare il loro figlio e Maestro affinché si compia la volontà di Dio piuttosto che le attese umane. La loro lontananza non è indice di paura che suggerisce distare a distanza di sicurezza, né è un passo indietro rispetto alla scelta di seguire Gesù. È invece la postura di chi, nonostante il solco tracciato dalla croce, non rinuncia a sfidare la violenza con la mitezza. C’è un tempo nel quale si serve strada facendo, condividendo tempo, esperienze, energie e carismi. Tuttavia, l’ora della croce rappresenta il tempo compiuto nel quale l’attivismo ansioso, e a volte fuorviante, lascia lo spazio dovuto all’attiva inattività che fa della relazione personale il luogo di un servizio “inutile”, come lo è l’amore adulto. Le discepole abitano il silenzio della morte cogliendo in essa la voce dell’attesa che tiene accesa la lampada della speranza.
Maria, Madre nostra, attenta ascoltatrice della voce del silenzio, intelligente interprete dei segni del tempo, paziente sentinella del regno di Dio, aiutaci a non chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie preferendo voltare le spalle piuttosto che esercitarsi a intravedere nel mondo che crolla i germogli di una nuova creazione. Sostieni con la tua preghiera la nostra fede perché radichiamo sempre più profondamente la nostra vita nel Vangelo. Donaci il tuo sguardo contemplativo per contrastare con la gioia del servizio l’onda lunga della lamentela pessimistica e distruttiva. Mentre scandalizzati del male ci stracciamo le vesti dell’ipocrisia confeziona per noi l’abito della festa affinché, nel momento in cui la pietra sepolcrale della morte sarà definitivamente ribaltata, possiamo entrare al banchetto del cielo con la stessa sollecitudine con la quale ti sei fatta ministra della nostra consolazione.