La vita si gioca nell’accogliere o perdere le occasioni di salvezza – Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – San Girolamo
Venerdì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – San Girolamo
Gb 38,1.12-21;40,3-5 Sal 138
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,13-16
Chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
La vita si gioca nell’accogliere o perdere le occasioni di salvezza
Le parole di Gesù suscitano un certo timore perché ci ricordano che la vita è un dono del quale siamo amministratori e custodi. Come tali daremo conto della nostra vita nel giudizio finale nel quale ognuno raccoglierà ciò che avrà seminato. Su cosa verterà il giudizio finale? Sul fatto che siamo stati saggi o stolti. Il saggio è colui che sa ascoltare e accogliere la sapienza di Dio per tradurla in scelte di vita che sono come il seme dal quale nascono i frutti della carità. Al contrario, lo stolto è colui che “snobba” i profeti, voce di Dio, convinto di poter fare a meno di una parola che illumina, corregge e guida la libertà nel compiere le scelte. Il saggio matura la convinzione di aver continuo bisogno di convertirsi e di sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda del Signore per meglio inserirsi nella sinfonia e nella coralità dei carismi e dei servizi di cui è composta la comunità. Lo stolto, incurante di Dio e dei fratelli, confonde l’emotività con la volontà e si lascia strascinare dalle sue ambizioni piuttosto che da un autentico spirito di servizio. Il saggio impara ad amare come Dio ama l’uomo e, crescendo nella fede in Lui, non teme di lasciare qualcosa o addirittura la propria vita, perché sa bene che donarla non significa perderla ma guadagnarla; infatti, egli si dispone a riceverla dalle Sue mani. Lo stolto sbaglia a valutare e a giudicare perché assume come criterio quello dell’utile personale. In tal mondo, non vedendo al di là del proprio naso, più facilmente cade negli inganni del maligno non rendendosi conto che ciò che crede di costruire non è nient’altro che la sua tomba.
Signore Gesù, donami la sapienza di poter interpretare i segni del tempo, quello a me favorevole, nel quale Tu ti fai prossimo per guarirmi dalle ferite del peccato, per liberarmi dalle insidie del demonio, per confortare il mio cuore quando è nell’afflizione, per aprire la mia mente a comprendere il disegno di salvezza che Dio sta realizzando. Che io ti accolga con umiltà e riconoscenza prestando ascolto alla testimonianza dei tuoi profeti. La tua Parola alimenti in me il desiderio di conversione e il bisogno di essere perdonato per servirti nei miei fratelli con sincerità e letizia.