La competizione tra fratelli impedisce l’imitazione di Cristo – Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – San Vincenzo de’ Paoli
Gb 1,6-22 Sal 16
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,46-50
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
La competizione tra fratelli impedisce l’imitazione di Cristo
Prima o poi, quando si porta una cosa nel cuore, la si fa uscire in un discorso. Così accade per i discepoli, tra i quali nasce una discussione che non è difficile immaginare abbastanza accesa perché riguarda il primato. Non ha vita lunga una comunità i cui membri sono in continua competizione per occupare il posto del più grande. L’ambizione conduce all’isolamento perché, nel detenere il potere «del primo», non possono esserci condivisioni. Gesù conosce bene la piega che prende il cuore incline all’egoismo e compie il gesto di prendere un bambino e porlo accanto a sé. È un gesto potente perché ci invita a riconoscerci in quel bambino che sta vicino al Signore, non per i suoi meriti ma per grazia. Così ci ricordiamo che la chiamata alla santità è universale ed è un dono offerto e un invito rivolto prima di tutto ai piccoli, cioè ai poveri e ai sofferenti che sanno di non bastare a sé stessi e di non essere autosufficienti, come lo è un bambino. Dio ci chiama accanto a sé, a condividere con Lui la sua vita, non perché siamo meritevoli di lode ma perché abbiamo bisogno di aiuto e di amore. In questa scelta preferenziale per i poveri Dio si fa piccolo, anzi il più piccolo. Il Padre invia suo Figlio perché i poveri non siano abbandonati a loro stessi e non siano tentati dallo scoraggiamento o dal pensiero di essere puniti, ma sappiano che Egli li ama di un amore di predilezione ed è per loro sostegno sicuro. Dio sceglie quelli che tutti scartano, accoglie quelli che normalmente vengono emarginati, dà ascolto a coloro che di solito nessuno considera. Il discepolo di Cristo diventa grande come il suo Maestro, e non il «più grande» estromettendolo dalla propria vita, quando, come Lui, rifugge i luoghi affollati dove si compete per un istante di gloria e di piacere effimero preferendo quelli abitati dalla solitudine e dalla sofferenza in cui gustare la vera gioia della solidarietà. Il cristiano sceglie gli amici non solo tra quelli con i quali condivide qualcosa o dai quali può trarre un vantaggio, ma soprattutto guardando con compassione la povertà e riconoscendo la vera umanità. Chi scende tra i vicoli spesso oscuri dell’umanità ferita e li attraversa riconosce in tanti volti conosciuti quello di Cristo. Quando sceglie di amare e servire gli amici di Dio scopre che lui stesso è un povero e, in quanto tale, amico amato e servito da Gesù.
Signore Gesù, Tu conosci il mio cuore, affollato di pensieri suggeriti dallo spirito del male che alimenta l’avidità e istiga all’orgoglio. Purificalo con la potenza della tua parola perché dal cuore possano nascere propositi di bene che trovano concreta realizzazione nella comunione fraterna e nel servizio offerto ai più deboli. Donami l’umiltà necessaria per rendermi amabile e la gioia perché la mia vita sia una testimonianza coinvolgente che susciti nei fratelli il desiderio d’incontrarti, di seguirti e d’imitarti.