Senza preghiera il servizio diventa prestazione – Santi Marta, Maria e Lazzaro
Santi Marta, Maria e Lazzaro
1Gv 4,7-16 Sal 33
Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,38-42
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Senza preghiera il servizio diventa prestazione
Ospitare i pellegrini è un’opera di misericordia, Marta ne è un esempio. In casa con lei c’è anche sua sorella Maria. Nei confronti di Gesù le due sorelle incarnano due stili di relazione e due modelli di accoglienza diversi e complementari dove però l’ascolto è la condizione necessaria perché l’azione sia animata dallo Spirito e non dall’ansia di prestazione. L’ascolto della Parola, come fa Maria, non è tempo sottratto all’attività pratica più concreta. Come nel molto parlare non manca la colpa (Pro 10,19) così nei molti servizi si nasconde la tentazione dell’attivismo che trasforma il ministero in espletamento di pratiche burocratiche. Se la precedenza è data all’attività si corre facilmente il rischio di sostituire Dio con il proprio io e di anteporre alla virtù della docibilità, che consiste nella disponibilità a lasciarsi istruire dal Maestro, l’obbedienza pretesa da coloro dai quali ci si aspetta collaborazione. Possiamo accorgerci di essere caduti nel tranello quando mettiamo avanti la lamentela giudicando l’operato degli altri considerato insufficientemente efficace. Marta sembra non servire con gioia perché si sente sola nel realizzare quello che ha in programma nella sua mente. A volte ci ergiamo a maestri presumendo che il nostro comportamento sia esemplare e debba essere necessariamente riconosciuto e seguito dagli altri. Maria insegna alla sorella che siamo innanzitutto discepoli bisognosi di essere ammaestrati da Dio. Incontrarlo significa partecipare al banchetto nel quale Lui prepara le vivande della sua sapienza e i vini raffinati della sua misericordia. Accogliere Gesù e servirlo vuol dire cedergli il posto del capo famiglia che offre ai suoi ospiti la parte migliore riservata ai suoi amici.
Signore Gesù, tu che pur essendo padrone di casa ti fai servo dei tuoi discepoli, accetta l’ospitalità dei tuoi amici che ti chiedono di rimanere con loro soprattutto nelle notti oscure della vita. Nella stanchezza donami la serena gioia di stare con Te e ascoltarti perché la tua Parola diventi l’anima del mio servizio. Quando mi sento solo nel portare il peso delle responsabilità e mi lamento perché sembra che nessuno mi capisca, correggimi con delicatezza, come hai fatto con Marta, e ricordami che la porta del tuo cuore è sempre aperta perché nella preghiera trovi nutrimento per l’anima.