Relazioni familiari – Martedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Martedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Mi 7,14-15.18-20 Sal 84
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 12,46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Relazioni familiari
Mentre Gesù parla alla folla giungono i suoi familiari che, rimanendo fuori, cercano di parlargli. Gesù sembra non notarli. Si incarica un tale ad informarlo al quale il Maestro replica indicando nei discepoli che sono con lui la sua famiglia. Colpisce il fatto che nella narrazione il verbo parlare appare riferito a Gesù, ai suoi familiari e all’informatore. Parlare vuol dire instaurare una relazione attraverso cui due o più persone dialogano. Dapprima è Gesù ad intrattenersi con la folla che ascolta il suo insegnamento, al contrario di quello che accade quando i suoi detrattori si avvicinano a lui per provocarlo e per innescare la polemica. Tra coloro che cercano un contatto con Gesù ci sono anche la madre e i suoi fratelli, i quali però non riescono a parlare perché rimangono fuori. Il loro intento di parlare con Gesù non trova possibilità di attuazione. Non si coinvolgono né con la folla che ascolta, né con i discepoli che sono più vicini a Gesù. Sembrano bloccati nel ruolo di spettatori che mantengono le distanze ma che al tempo stesso vorrebbero instaurare un dialogo. I familiari di Gesù sono coloro che vivono la fede come un fattore culturale ereditato dalla famiglia. Non avviene un reale contatto con Gesù perché ci si ferma all’intenzione o al desiderio senza fare un passo avanti che permetta un’esperienza integrale tale da poter entrare in una reale intimità con lui. Non sappiamo cosa frena la madre e fratelli di Gesù. Fatto sta che questo avviene anche a noi e senza rendercene conto. Capita di rimanere ai margini della chiesa e di astenerci dalla pratica sacramentale perché frenati da paure, da pregiudizi, da pigrizia, dagli affanni della vita e da sensi di colpa. Come i familiari di Gesù sentiamo il bisogno di comunicare con Dio, ma ci lasciamo vincere da quelle resistenze interiori che ci impediscono di attuare il nostro intento. Eppure, la volontà di Dio si rivela proprio a partire da quelle idee che ci motivano a fare delle scelte in una determinata direzione e che ci mettono in cammino per raggiungere l’obbiettivo. Tuttavia, la volontà di Dio si dispiega in tutta la sua bellezza man mano che, credendo in sé stessi, si attuano i desideri che Dio stesso ha messo nel cuore. Come posso capire se le intenzioni sono giuste o meno? Sono ispirati da Dio quei desideri che si attuano attraverso il servizio ai fratelli; al contrario, non vengono da Dio quelle idee che alimentano il pregiudizio e ci inducono a mantenere le distanze dagli altri.
Signore Gesù, Figlio di Dio e fratello di ogni uomo, ispirami intenzioni rette e giuste e aiutami ad attuarle superando la barriera del pregiudizio e della paura. Tu che ci chiami amici perché ci apri i tesori della sapienza del Padre, spalanca per noi la porta della sua casa e introducici all’intimità con Lui per poterla abitare come familiari di Dio e concittadini dei santi. Fammi crescere nel rapporto con Te affinché, attraverso il dialogo della preghiera e mediante lo Spirito, offra la mia volontà a Dio ponendola nelle sue mani di Padre e Madre.