Fratelli sopra la medesima terra e figli sotto lo stesso Cielo – Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Fratelli sopra la medesima terra e figli sotto lo stesso Cielo – Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

14 Giugno 2022 0 Di Pasquale Giordano

Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

2Cor 8,1-9   Sal 145  

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,43-48

Amate i vostri nemici.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 

«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 

Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 

Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Fratelli sopra la medesima terra e figli sotto lo stesso Cielo

Gesù educa i discepoli a distinguere il malvagio dal male che commette. Questa operazione mentale porta a quella del cuore che in tal modo non separa il prossimo dal nemico, perché nessuno gli è estraneo. Infatti il nemico non è necessariamente colui che mi fa del male, ma semplicemente la persona che è differente da me e nella quale faccio difficoltà ad identificarmi. Amare non significa fondersi con l’amato, ma, imitando Gesù stesso, vuole dire farsi prossimo anche a colui che non mi assomiglia e con il quale sembra non esserci nulla in comune. Gesù mette in seria discussione il nostro concetto di «prossimo» e anche quello di «nemico», dietro cui si cela l’idea malsana che identifica l’amore con il piacere o la convenienza, per utilizzare la categoria di figli e di fratelli che invece rende manifesto il vero volto di Dio. Il «prossimo» non è il fratello nel quale mi specchio coltivando un amore narcisistico, ma è anche il «nemico», il totalmente differente da me ma assolutamente somigliante al Padre, per il quale pregare. Se Dio è veramente nostro Padre ne consegue che siamo tutti fratelli e ciò che ci distingue non è la perfezione morale basata sui nostri meriti ma l’impegno che mettiamo a diventare figli somiglianti al Padre nostro che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui cattivi e sui buoni.

Signore Gesù, Tu, il Giusto, che sulla croce hai pregato per tutti i tuoi fratelli peccatori, fa che pregando alzi gli occhi verso il Cielo e riconosca il grande amore con il quale mi hai amato e hai dato la tua vita per me perché da estraneo e nemico potessi diventare familiare di Dio e cittadino del Regno. Aiutami a rendere la terra, che condivido con gli altri, la casa comune dei figli di Dio, senza barriere o indebite esclusioni. Ti chiedo di donarmi il tuo Spirito che cambi il mio modo di amare, lo liberi dal narcisismo egoistico e renda il mio cuore sempre più simile al tuo.  

Un’immagine di archivio del dicembre 1983, ritrae Papa Giovanni Paolo II mentre parla con il suo attentatore Mehmet Ali Agca, nel carcere di Rebibbia. ARCHIVIO – ANSA