Beato chi spera nel Signore – Venerdì della VI settimana di Pasqua
Venerdì della VI settimana di Pasqua
At 18,9-18 Sal 46
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,20-23
Nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Beato chi spera nel Signore
Le parole di Gesù annunciano la beatitudine dei suoi discepoli afflitti e provati perché fatti oggetto di ingiustizie e prevaricazioni. La beatitudine non risiede nella condizione di sofferenza ma nella certezza che Dio non abbandona coloro che sono nel pianto e, gemendo, gridano a Lui per chiedere aiuto. La tristezza si può trasformare in invidia nei confronti di chi sembra agire indisturbato e senza alcuna conseguenza delle sue malefatte. Anzi, la mitezza è confusa con la debolezza che incentiva l’arrogante ad aggiungere al danno la beffa. Ma l’empio non sa che la speranza del giusto si poggia solamente in Dio a cui affida la sua causa. Il ghigno sarcastico dei malvagi sarà spento dalla gioia del Signore, unica forza del povero che, confidando in Lui, si lascia sostenere dall’unica speranza che non delude. Solo la promessa di un bene più grande supporta l’uomo nel suo calvario e, nonostante le cadute, gli permette di portare a termine il suo cammino e il servizio a lui affidato. L’ostentata allegria degli orgogliosi non ha nulla a che fare con la gioia di chi spende la propria vita per amore a Dio e ai fratelli anche a quelli dai quali riceve disprezzo e ingratitudine. Gesù sembra dire che l’amara sorpresa di apprendere il fatto di essere calunniati o attaccati alle spalle non è nulla rispetto a quello che proverà l’empio nel giudizio quando prenderà coscienza della sua stupidità e riconoscerà di essere un fallito. Non c’è sofferenza più grande della disperazione perché quel dolore è senza soluzione.
Signore Gesù, beato perché nella prova non hai smesso di confidare nell’amore del Padre, aiutaci a non cedere alla tentazione di invidiare il malvagio il cui potere sembra essere illimitato e la sua colpa impunita. Fa che non venga meno la nostra speranza ma la luce della tua risurrezione ci comunichi quella gioia necessaria per attraversare la notte oscura della fede. Donaci la forza di una madre nel partorire senza arrenderci alla paura inculcata dal dolore affinché possiamo anche gustare la gioia della vita nuova. Rigenerati dal tuo Spirito, possiamo diventare testimoni della consolazione riservata a coloro che confidano in Te.