Il mistero della vita che cresce – Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – San Tommaso d’Aquino
Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
- San Tommaso d’Aquino
2Sam 11,1-4.5-10.13-17 Sal 50
+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 4,26-34
L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Il mistero della vita che cresce
«Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce». La metafora invita ad avere uno sguardo contemplativo della realtà senza la pretesa di capire tutto e subito ma con la calma sapiente di discernere il processo di crescita del regno di Dio. È la stessa pazienza del Signore che avvia il processo della maturazione ma che sa aspettare i tempi di ciascuno perché giunga la fase della fruttificazione. Il tempo è un nostro alleato dal quale imparare a rinunciare a controllare e a gestire ogni cosa. La relazione col tempo insegna come rapportarsi con la persona: non può essere manipolata ma accompagnata. Il processo di crescita va favorito perché la forza vitale insita in ogni uomo possa svilupparsi verso il suo fine. Così le metafore del seme spiegano bene le dinamiche educative che puntano alla maturità umana e spirituale della persona.
È nella natura delle cose la crescita. Andremmo contro la nostra stessa natura se operassimo perché ciò che ci appartiene o verso cui ci sentiamo legati, rimanga sempre uguale. La vita, che lo vogliamo o no, è un processo di crescita attraverso passaggi a volte molto dolorosi. Le crisi sono le occasioni che la vita ci offre per crescere nella misura in cui favoriamo in noi l’azione dello Spirito Santo.
La fede è un itinerario educativo attraverso il quale si passa dall’essere più piccolo al diventare più grande. Nella logica del regno di Dio il più grande non è quello che s’impone sugli altri facendo terreno bruciato attorno a sé per l’invidia, la gelosia o la cupidigia, ma colui che vive da adulto. Nella nostra vita la fede gioca un ruolo fondamentale nel processo di maturazione umana e spirituale. La grazia di Dio avvia il processo di crescita e costantemente l’accompagna affinché possiamo passare dall’atteggiamento infantile del prendere a quello più adulto del ricevere e dal semplice dare al più divino offrire.
Signore Gesù, accompagnami con la tua Parola nel mio cammino di crescita. La tua pazienza nello stare al mio passo, che spesso rallenta, ispiri sentimenti di compassione e mitezza. Insegnami a vivere i passaggi della vita, a volte dolorosi perché segnano un distacco, come occasioni per fermarmi e riprendere le forze per camminare nella direzione giusta. La tua calma sapiente, come quella dell’agricoltore, mi aiuti ad avere maggiore rispetto di me e degli altri, dei miei e degli altrui tempi di maturazione che non procedono sincronicamente. La tua umiltà mi ricordi sempre che il più grande non è il potente che più prende ma il servo che tutto offre per amore.