Il centro della Vita nella periferia esistenziale – Feria propria del 7 Gennaio
Feria propria del 7 Gennaio
1Gv 3,22-4,6 Sal 2
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 4,12-17.23-25
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Il centro della Vita nella periferia esistenziale
Nella logica di Dio anche il fallimento è un frutto. Gesù legge nell’arresto di Giovanni il momento opportuno nel quale iniziare la sua missione. Lo fa dalla Galilea, terra di confine e di lontani. Lascia il suo villaggio natio, dove era cresciuto al riparo della rete familiare, per abitare in un altro paese e per iniziare una nuova fase della sua vita. Cafarnao non è Gerusalemme, ma certamente non è neanche Nazaret dove tutti lo conoscevano o credevano di conoscerlo. Cafarnao è sulla riva del mare. Gesù elegge quel posto come sua dimora per indicare che egli si pone in prima linea contro il male, a confine tra le sicurezze dell’entroterra e i pericoli che il mare rappresenta. Da questo piccolo centro, nodo strategico posto sulla via degli scambi commerciali, prende avvio la missione con la quale Gesù predica il Vangelo del Regno e si fa conoscere. La sua parola è come luce che attrae e lui accoglie tutti coloro che lo cercano per essere guariti da varie infermità del corpo e dello spirito. Il Vangelo annunciato da Gesù non incute paura perché non è una feroce denuncia del peccato e i suoi toni non sono quelli tipici della minaccia di condanna. Attraverso le parole e i gesti viene annunciata la misericordia di Dio e a tutti è rivolto l’invito a lasciarsi curare da lui. Chi accoglie questo invito si sente attratto da Gesù. Anche i lontani vedono la luce perché essa si è fatta loro vicina per essere visibile e sperimentabile. Non è Gerusalemme con il suo tempio la meta del pellegrinaggio, che era interdetto a tutti coloro che erano segnati lo stigma della malattia, ma è Gesù. Questo è reso possibile perché in lui il Regno di Dio si è fatto prossimo a ciascun uomo e tutti possono avvicinarlo e sperimentare la gioia di essere salvati.
Signore Gesù, inviato dal Padre, missionario del vangelo tra i poveri, apostolo dei sofferenti, fa che ascoltando il tuo annuncio cresca in noi il desiderio di incontrarti e di essere salvati. Tu che hai iniziato a proclamare il Vangelo quando è stata messa a tacere la voce del Battista, aiutaci a cogliere, soprattutto nel tempo della crisi, il momento opportuno per mettere in pratica la missione di portare nel mondo immerso nelle tenebre dell’ingiustizia la luce della Pace. Fa che le difficoltà e le opposizioni che incontriamo nella vita non ci rubino la fiducia nella potenza del Vangelo e nell’efficacia della tua Grazia. Donaci il tuo Spirito perché in parole e azioni possiamo comunicare a tutti l’annuncio che Dio è vicino e viene a salvarci, a rialzarci da ogni caduta, a perdonare ogni peccato, a sanare ogni ferita, a restituire ad ogni creatura la sua dignità di figlio di Dio.