Il Corpo donato, il Dono liberato – SAN GIOVANNI

Il Corpo donato, il Dono liberato – SAN GIOVANNI

27 Dicembre 2021 0 Di Pasquale Giordano

SAN GIOVANNI

1Gv 1,1-4   Sal 96  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,2-8

L’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Il Corpo donato, il Dono liberato

Nella notte in cui Gesù nacque a Betlemme gli angeli annunziarono ai pastori la nascita del Messia. Andarono in città per cercare il bambino tra le stalle di Betlemme lì dove gli angeli avevano indicato la presenza del Salvatore. Il giorno di Pasqua Maria Maddalena porta un annuncio sconvolgente a Pietro e al discepolo amato. Come i pastori anche gli apostoli si mettono in cammino, anzi corrono. Sia l’annuncio degli angeli che quello della Maddalena contiene un mistero che spinge a uscire per mettersi in cammino. Nell’evento del Natale la grandezza dell’annuncio della nascita del Messia si coniuga con l’umiltà del segno, un bambino adagiato in una mangiatoia, avvolto in fasce. Nel giorno di Pasqua invece allo stupore del sepolcro vuoto si aggiunge lo sgomento di non sapere dove sia il corpo di Gesù. In entrambi i casi l’annuncio viene accolto e da lì parte un cammino di ricerca. La fede è una forza motrice che spinge a ricercare la verità senza aspettare che essa ci raggiunga in qualche modo come calata dall’alto. La fede richiede un’operazione di verifica ovvero la necessità di non fermarsi alle proprie idee o congetture ma a trasformarle in concreta esperienza di vita. Non si tratta solamente di ricostruire i fatti per verificarne l’attendibilità o per trovare il colpevole da condannare, ma di cogliere l’essenza delle esperienze, le più dolorose come quelle più gioiose, al di là della pelle dell’apparenza. Nel cammino della fede gradualmente si rivela il mistero di Dio. S’inzia a cercare dov’è Gesù e si giunge al cuore della fede che è l’esperienza di comprendere e sentire com’è Gesù. Le bende e il sudario, privi di un corpo da contenere, con la loro inutilità raccontano il mistero della libertà. Il corpo che essi avvolgevano non è più lì, non è più come lo avevano conosciuto. Gesù non è più lì perché è un corpo tutto donato. Le bende nella grotta di Betlemme rivelano il pieno coinvolgimento di Dio nelle vicende dell’uomo mentre le bende della grotta sepolcrale di Gerusalemme annunciano che Gesù ha amato i suoi fino a donarsi tutto per loro. Le bende e il sudario più che segnalare un’assenza invitano a credere nella risurrezione di Gesù cioè il modo nuovo con cui egli continua a vivere. Gesù vive in coloro che credendo in Lui accolgono la sua parola e si nutrono del suo corpo. Gesù non è lì dove noi vogliamo che sia, nella sazietà dei nostri bisogni, nell’accondiscendenza delle nostre attese, ma è nell’uomo che si nutre di Lui e vive come Lui, pane spezzato e donato a tutti.

Signore Gesù, come il discepolo amato, fa che anche io mi lasci inquietare dal dubbio dei miei fratelli sofferenti che domandano: dove sei? L’angoscia per la tua mancanza diventi nostalgia di te e mi spinga ad uscire dalle mie comodità opportunistiche, dalle mie abitudini anestetizzanti, dalle mie ritualità religiose egolatriche. Alimenta in me il desiderio di cercarti e seguirti fin dentro il mistero della Pasqua di morte e risurrezione. Aiutami a leggere nei suoi segni il tuo immenso amore per me giunto fino al punto di donare la tua vita sulla croce. Illumina con la sapienza della fede il mio cuore perché si apra ad accogliere con umiltà e fiducia il tuo dono d’amore. Il tuo Spirito mi liberi dalle bende delle umane debolezze e mi conceda la grazia di partecipare al tuo sacrificio donando liberamente anche la mia vita insieme alla tua.