L’in-canto della preghiera – Feria propria del 22 Dicembre
Feria propria del 22 Dicembre
1Sam 1,24-28 1Sam 2
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,46-55
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
L’in-canto della preghiera
Il canto è la scoperta più bella che l’uomo abbia fatto perché consente di comunicare la gioia e ciò che ognuno avverte e custodisce interiormente. Superando la banalità dell’apparenza, introduce nella verità più profonda della vita, che non è un concetto ma un’esperienza che coinvolge tutto l’essere: è dissetarsi alla sorgente, trovare riparo nella roccia, salire la montagna, seminare nel pianto per raccogliere nella gioia, guarire dopo essere stati feriti, risorgere a vita nuova facendo morire l’uomo vecchio. Maria, cantando, evangelizza e rivela la verità del suo essere donna, figlia, sposa e madre. Per ogni tempo c’è il suo canto: nel tempo della prova c’è il canto della supplica, nel tempo del dolore il canto dell’invocazione, nel tempo della ricerca il canto dello stupore, nel tempo della tristezza e della rabbia il canto della lamentazione, nel tempo della fruttificazione il canto della lode. Maria canta le meraviglie che Dio ha compiuto nella sua vita. Come lei, anche noi siamo chiamati ad elevare un canto di lode al Signore per ciò che ha compiuto e ancora oggi compie per noi, anche se spesso non ce ne accorgiamo.
Maria, cantrice della misericordia divina, hai unito la tua voce a quella dei poveri che gridano fiduciosi invocando l’aiuto di Dio. La melodia che intoni interpreta le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, soprattutto dei miseri e di coloro che soffrono. Di generazione in generazione, arriva fino al presente. Spesso le nostre emozioni rimangono nel silenzio del cuore senza trovare carne nella parola. Con il canto tu ci doni la Parola e con essa la speranza di costruire ponti di comunicazione con il Cielo e sulla terra.