Il costato aperto del Crocifisso finestra aperta sul Cielo – SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ (ANNO B)
SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ (ANNO B)
Os 11,1.3-4.8-9 Is 12,2-6 Ef 3,8-12.14-19
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 19,31-37
Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Il costato aperto del Crocifisso finestra aperta sul Cielo
Come l’agnello pasquale, al quale era prescritto dalla legge che non gli venisse spezzato alcun osso ma che doveva essere cotto tutto intero, anche a Gesù, che Giovanni Battista aveva chiamato l’«Agnello di Dio», non vengono spezzate le gambe perché non era necessario in quanto già morto. Questo dettaglio, che distingue la fine di Gesù da quella degli altri due condannati crocifissi insieme con lui, non è un semplice dato di cronaca ma è letto alla luce della Scrittura. La festa che si sta celebrando diventa la Pasqua di Gesù nella quale il Padre provvede all’«agnello». Sulla croce le parole e i gesti di Gesù ci aiutano a leggere nel dramma il compimento della promessa di Dio. Quando sembra che la situazione sia sfuggita di mano, Gesù conferma invece che tutto si sta compiendo secondo il progetto di Dio. Morente Gesù aveva affidato alla cura materna di Maria la Chiesa e al discepolo la madre che da quel momento accolse con sé. Compiendo fino alla fine la volontà del Padre, Gesù muore donando lo Spirito. Il gesto del soldato, ultimo oltraggio ad un corpo già profondamente segnato dalla sofferenza, tuttavia rivela che esso è ancora vivo e capace di far uscire sangue e acqua. Nel giorno in cui celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù il racconto che fa l’evangelista Giovanni, testimone dell’evento della croce, ci permette di fissare il nostro sguardo al centro del mistero dell’amore di Dio. L’acqua e il sangue che discendono dal fianco aperto di Gesù sono il segno dello Spirito Santo, amore divino effuso su di noi. I sacramenti, in particolare il battesimo e l’eucaristia, sono l’esperienza di essere pienamente immersi nel cuore misericordioso di Dio lì dove, cadute tutte le strutture mentali che ci appartengono come uomini, non fraintendiamo più il suo amore ma gradualmente ne comprendiamo l’infinita grandezza. Il fianco aperto del Crocifisso è la soglia che dischiude innanzi a noi gli infiniti orizzonti della speranza. L’amore di Dio è necessariamente scandaloso perché con l’onda d’urto della grazia abbatte le impalcature e le sovrastrutture che cercano di «proteggere» o «difendere» la verità che sono più congetture umane che Parola di Dio. Come Maria e il Discepolo amato che sono sotto la croce anche noi, celebrando i sacramenti, raccogliamo l’eredità di Gesù e ci accogliamo come fratelli da custodire. Il cuore di Dio continua a ricevere la nostra vita intossicata dal peccato per poter immettere nelle vene del suo corpo che è la Chiesa e far circolare nel mondo intero la vita ossigenata dall’amore, la vita eterna.
Signore Gesù, il tuo fianco aperto sulla croce è come un forziere spalancato da cui poter attingere i tesori della Grazia. Fa’ che, celebrando con fede i tuoi sacramenti, possa essere purificato dal peccato, riscattato dalla dipendenza del male ed essere veramente libero nell’ offrire con gioia in sacrificio la vita per Te, con Te e in Te. Tu, Agnello di Dio che regni glorioso sul trono della Croce, rendimi partecipe della tua stessa unzione sacerdotale e profetica perché scelga ogni giorno di servire in umiltà e letizia i miei fratelli, preziosi altari consacrati dalla sofferenza, piuttosto che usare le loro spalle per arrampicarmi sui muri pericolanti del carrierismo. Sposo, dal cui fianco nasce la Chiesa, il tuo amore sempre rigeneri il mio cuore perché impari ad amare come Te e ad essere testimone credibile di Dio perché ogni fratello che incontro sul mio cammino possa scoprire di essere figlio amato dal Padre con infinita tenerezza.