Tutti sotto lo stesso Cielo – II DOMENICA DOPO NATALE

Tutti sotto lo stesso Cielo – II DOMENICA DOPO NATALE

2 Gennaio 2021 0 Di Pasquale Giordano

II DOMENICA DOPO NATALE

Sir 24,1-4.12-16   Sal 147   Ef 1,3-6.15-18   

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1,1-5.9-14

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Tutti sotto lo stesso Cielo

«Il Verbo si fece carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi». Nel Natale del Signore siamo chiamati ancora una volta a contemplare questo meraviglioso evento a partire dal quale Dio, facendosi uomo fragile e mortale, entra nella famiglia umana come figlio. Con Gesù abbiamo in comune la carne e il sangue, elementi propri dell’uomo mortale ma grazie a Lui noi riceviamo la «grazia e la verità» che sono propri di Dio. Credendo in Gesù accogliamo il dono (grazia) della verità, ovvero l’amore di Dio che ci rende «santi e immacolati». San Paolo, rivolgendosi agli Efesini, riconosce che nella loro comunità la benedizione di Dio si sta traducendo in carità fraterna. L’apostolo benedice Dio e lo contempla presente in quella chiesa in cui i credenti spendono la eredità di figli di Dio con gesti concreti d’amore verso tutti i fratelli. La carità fraterna e la solidarietà concreta manifestano ancora oggi al mondo che Dio ci ama, ci sceglie, ci salva.

San Paolo con delicatezza e rispetto, assicurando la sua continua preghiera, ricorda agli Efesini e a noi che la fede è un cammino continuo di ricerca del volto di Dio in quello dei fratelli. 

L’amore fraterno è la parola che dice al mondo la verità, non solamente che Dio esiste, ma soprattutto che Dio è l’amore che rende possibile ogni modalità e possibilità umana di amare. 

L’amore è l’arte del vivere che s’impara alla scuola di Dio che pianta la sua tenda in mezzo a noi.

La tenda, la cui immagine è evocata dal Libro del Siracide e dal Vangelo di Giovanni, è la dimora dei pellegrini che non hanno su questa terra un’abitazione fissa. È il simbolo dell’Esodo nel quale le tende degli Israeliti erano smontate e piantate ad ogni tappa del cammino attraverso il deserto. La tenda ricorda agli uomini che sono sempre in cammino verso un oltre ma soprattutto verso l’Altro, e che nessuna terra può dirsi posseduta e nessuna conquista definitiva. Quella di Dio non è una visita di passaggio che ci lascia come ci trova, ma una presenza stabile ed eterna come lo è la sua scelta di amarci. Se lo accogliamo nella nostra vita Egli conferisce al nostro viaggio la direzione giusta. 

La tenda di Dio è chiamata «del convegno» perché il pellegrino ricordi che solo insieme a Lui e uniti tra di noi si può camminare verso la libertà. Quella di Dio è la tenda che accoglie tutti gli uomini perché radunati da Lui possano essere un unico popolo, una sola carne, membri dell’unica famiglia umana. 

Il Sal 104 invita a lodare Dio creatore: «Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto, tu che distendi i cieli come una tenda» (vv.1-2). Dio che ha creato ogni cosa ha preparato per l’uomo la tenda nella quale abitare. Sotto un unico cielo tutti sono riuniti perché accogliendo la Parola di Dio, possano essere accoglienti gli uni degli altri. La creazione è la casa comune in cui nessuno può dire sua proprietà ciò che gli appartiene, ma ogni cosa è un dono fatto per essere donato agli altri. Ogni cosa creata porta impressa la Parola di Dio «per amore, per amare». Dio, che Gesù ha insegnato a chiamare «Padre nostro che sei nei cieli», è sceso sulla terra per stare con noi sotto lo stesso cielo e così condividere con noi il dono di essere Figlio di Dio.

La tenda del Signore è Gesù, la Sapienza di Dio diventata carne, uomo comune con noi. Gesù, Crocifisso Risorto, mediante lo Spirito Santo fa noi un solo corpo e un solo Spirito. Oggi questa tenda di Dio, il Corpo di Cristo, è la Chiesa. Essa è la tenda di Dio in mezzo alle tende degli uomini e la sua missione è quella di riunire tutti sotto l’abbraccio benedicente di Dio adunati nel suo amore.

Questa è la verità che tutti accomuna e che, se tradotta in comunione fraterna, diventa la comunità dei figli di Dio. 

La tenda di Dio è lo spazio e il tempo delle relazioni dei fratelli che si riconoscono figli dell’unico Padre. Essi, rinunciando ad abitare cieli costruiti con le proprie mani, abbandonando ogni forma di rivalità e concorrenza e donandosi scambievolmente il dono della pace, diventano costruttori di comunità, della casa comune, in cui ognuno stende il proprio cielo per accogliere Dio che chiede ospitalità.