Dio nasce uomo perché l’uomo rinasca Dio – SANTISSIMA MADRE DI DIO
Nm 6, 22-27 Sal 66 Gal 4,4-7
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Dio nasce uomo perché l’uomo rinasca Dio
Maria custodiva queste cose meditandole nel suo cuore. Le parole dell’angelo a Maria e ai pastori avevano illuminato di luce gloriosa l’orizzonte della loro vita. Il Bambino nato da Maria nella città di Davide si sarebbe rivelato come Figlio dell’Altissimo, il cui regno sarebbe stato senza fine, e il Salvatore che viene a portare la pace agli uomini che Dio ama. Quando dalle parole si passa ai fatti avviene come quando si spengono i riflettori e si scende a quella vita segnata dalla povertà e dalle contraddizioni. Sono parole illusorie contraddette dalla realtà? Come può non esserci posto per la Madre del Signore, per il figlio di Davide, per il Salvatore? Eppure, gli angeli ai pastori hanno indicato proprio nel bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia il segno attraverso il quale verificare l’attendibilità delle parole portate dal messaggero divino.
Come avrebbe detto successivamente anche Simeone, quel bambino è un segno di contraddizione davanti al quale siamo invitati meditare nel cuore.
Il bambino nella mangiatoia è per tutti motivo per interrogarci sul senso della propria vita, o meglio ancora sulla strada che il Signore traccia per noi e sulla quale Egli stesso ci guida. Nel bambino dormiente nella mangiatoia ognuno può contemplare sé stesso, la sua povertà, vulnerabilità, insufficienza, ma anche la sua parte più tenera, docile, amorevole. Non è un bambino solo, ma è avvolto nelle fasce che indicano mani che si sono presi cura di lui senza che l’abbia chiesto. Le fasce della misericordia che anticipa le nostre attese, richieste o meriti.
Le parole dell’annuncio dell’angelo hanno fatto brillare davanti a noi la gloria di Dio come il faro che indica il porto a cui approdare ma il bambino nella mangiatoia è il segno che indica la strada che Dio percorre stando in mezzo a noi perché possiamo giungere con Lui alla sua gloria.
Come Maria siamo chiamati a custodire ogni cosa della nostra vita, a non gettare nulla di ciò che avviene, anche gli eventi spiacevoli che istintivamente siamo portati a rimuovere dal cuore. Il cuore è la sede della memoria, del discernimento e delle decisioni. Custodire non vuol dire collezionare o nascondere dentro di sé, ma mettere ordine per rintracciare il filo d’oro della volontà di Dio che si compie a volte in linea con le nostre speranze, altre in contrapposizione con le nostre attese. Fare memoria aiuta a fare anche discernimento e riconoscere le varie forme con le quali Dio ha mostrato e continua a far brillare il suo volto amorevole e premuroso. Il discernimento fa scoprire giorno per giorno quale sia il significato del nome che Dio mi ha dato. Nel bambino di Betlemme mi sento chiamato figlio e sono chiamato a diventare giorno per giorno figlio di Dio. Nel bambino avvolto in fasce che giace nella mangiatoia risplende quella luce che mai più si spegnerà. Essa mi chiama, mi attira, ad un amore umile, semplice e, perciò stesso, totale e fedele.
L’ottavo giorno dalla nascita, come previsto Gesù viene circonciso e la madre, come aveva detto l’angelo, lo chiama Gesù, che significa Dio salva. La circoncisione è un segno nella carne dei maschi d’Israele con i quali viene tagliato il prepuzio dell’organo genitale. La circoncisione è un segno di alleanza con Dio. La circoncisione significa impostare la relazione con l’altro non partendo dai propri interessi da salvaguardare da dalle mancanze condivise. Nel bambino Gesù Dio viene a salvarci stringendo un patto di alleanza poggiato sull’amore. La circoncisione è il primo segno nella carne umana del fatto che Dio voglia incontrarci e amarci e lo fa rinunciando a tutto, fino ad arrivare a spogliarsi della propria vita. La circoncisione è un segno nascosto che diventa visibile solo a coloro che entrano nella intimità sponsale.
La gloria di Dio, il suo amore eterno e fedele, da parola annunciata diventa realtà concreta, fatto storico, evento che tocca l’esistenza, quando nasce uomo, povero e mancante di ogni cosa come tutte le creature umane. Quella di Gesù è una gloria presente ma nascosta, come la circoncisione, fin quando, spogliato di tutto, sale sulla croce e nella sua nudità si rivela in tutto il suo splendore.
Il farsi povero per amarci è la strada che Dio sceglie di percorrere per condurci alla gloria insieme con Lui. Questa è via attraversa le nostre strade spesso buie nelle quali inciampiamo e cadiamo. Lui ci accompagna, si abbassa per risollevarci. Egli nasce uomo per farci rinascere Dio.
Maria, tu che hai dato inizio
ai passi terreni di tuo figlio
al principio di quest’anno
tienici per mano sulla stessa via
che Gesù ha percorso
per venirci incontro,
abitare in mezzo a noi,
ed essere uno con noi,
uno per noi.
Maria, tu che hai avvolto in fasce
il tuo primogenito
insegnaci ad aprire le nostre mani
perché esse siano strumenti
di delicate carezze
per chi cerca conforto
rifugio sicuro
di chi ha bisogno di protezione
supporto certo
per chi è infermo.
Maria tu che hai ascoltato con umiltà
gli annunci di gioia,
hai accolto con coraggio
la parola della Croce
hai desiderato la volontà di Dio
più della tua
unisciti a noi nell’implorare
la misericordia di Dio
incitaci nel mettere in pratica
la parola del tuo Figlio,
intona l’inno del Magnificat
per lodare e benedire il Signore
con il canto della vita.
Amen.