Chi muore con Cristo vive per Dio, vive per sempre – Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario
Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Ap 15,1-4 Sal 97
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,12-19
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Chi muore con Cristo vive per Dio, vive per sempre
Dopo la profezia sulla fine del tempio, anticipazione della sua morte, Gesù annuncia ai discepoli la loro passione. Come la sua croce anche quella dei cristiani è la testimonianza più alta dell’amore di Dio. Sia il Crocifisso sia i perseguitati a causa del vangelo sono portatori della parola e della sapienza di Dio.
Gesù non se l’è cercata ma è andato fino in fondo nella sua scelta di amare l’uomo rivelandogli fino a quale punto arriva la fedeltà del Padre. Davanti a tanta malvagità Gesù non oppone parole e gesti di difesa, ma egli stesso si consegna nelle mani dei suoi uccisori cosciente di lasciarsi spezzare come il pane che nutre e spargere il suo sangue come il seme sulla terra.
Le accuse scambiate reciprocamente creano un baratro in cui cadono tutti senza distinzione tra vinti e vincitori, mentre Gesù sotto i colpi delle ingiuste accuse e dall’alto della croce offre il perdono perché chi l’accoglie possa risollevarsi dal baratro del rancore dove è caduto accecato dalla rabbia e dalla disperazione.
Quando subiamo ingiustizie Cristo continua ad essere con noi, anzi in noi. San Paolo ricorda ai Galati: «Sono stato crocifisso con Cristo e ora io vivo, ma non più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). «Io vi darò parola e sapienza», questa è la promessa che si realizza ogni qualvolta Cristo viene perseguitato e crocifisso nella carne dei cristiani che subiscono ingiustizie, che vengono traditi, che vengono calunniati e accusati ingiustamente.
Anche quando ci crocifiggiamo da soli soffrendo per le nostre scelte sbagliate e a causa dei nostri errori, Gesù ci offre la parola del perdono che ha in sé il sapore dell’amore che risana e risuscita. Se il mondo ci condanna per i nostri peccati Dio ci perdona, se anche i nostri familiari ci girano le spalle nel momento del bisogno Gesù è lì per sostenerci e risollevarci, se siamo travolti dal giudizio degli accusatori, lo Spirito Santo ci suggerisce parole di mitezza e speranza. Dio ha l’ultima parola che è come la prima. Nel caos risuona l’unica ed eterna parola di Dio: Vivi!
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!