La carità in questo mondo è il seme dell’eternità – Presentazione della Beata Vergine Maria
Presentazione della Beata Vergine Maria
Ap 11,4-12 Sal 144
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 20,27-40
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
La carità in questo mondo è il seme dell’eternità
Alcune norme presenti nella legge antica di Mosè dimostrano che essa è provvisoria e incompleta. Basti pensare al trattamento riservato alle donne sia nella norma che riguarda il ripudio sia in quella che è richiamata dai sadducei prima di narrare la storia della donna che rimane vedova sette volte senza avere figli. Nelle parole dei sadducei, membri dell’aristocrazia sacerdotale, traspare la loro tipica visione materialistica e maschilista. La donna è «presa in moglie» per garantire una discendenza e questo perché il suo valore è strumentale a quello che può dare. Gesù coglie l’occasione per offrire il punto di vista di Dio sulla vita e l’approccio evangelico al tema della risurrezione. Chi appartiene a questo mondo ragiona con i suoi criteri e si comporta secondo le sue regole mentre chi sceglie di essere figlio di Dio si sforza di pensare come Lui e di vivere imitandone l’esempio. I figli di questo mondo concentrano le loro speranze solo in questa vita, mentre i figli di Dio vanno incontro alla vita futura e attendono la risurrezione. Per vivere in questo mondo bisogna prendere, Gesù invece indica nella risurrezione la condizione di vita di chi dona sé stesso all’altro per amore. Figli di Dio sono tali quando spostano il loro baricentro dal proprio io al noi della relazione e considerano gli altri non alla stregua dei beni di consumo da usare ma persone da amare.
È giudicato degno della vita futura chi vive il presente da figlio di Dio e non da figlio di questo mondo. Quando il vangelo della carità diventa stile di vita ordinario si pianta nel tempo presente il seme dell’eternità.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!