Il Vangelo è movimento – San Pio da Pietrelcina
San Pio da Pietrelcina
Pr 30,5-9 Sal 118
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,1-6
Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Il Vangelo è movimento
Gesù chiama insieme dodici discepoli perché formino una comunità, anticipazione di quella che in seguito verrà chiamata Chiesa. Non si tratta di una setta che vuole distinguersi e separarsi dagli altri, ma di un popolo, del nuovo popolo d’Israele. Come tale la comunità dei Dodici è apostolica perché è un popolo in cammino che non vaga, ma pellegrina tra le strade del mondo, inviata a portare a tutti la gioia del vangelo.
La Chiesa, a maggior ragione oggi, riceve dal Signore crocifisso e risorto lo Spirito Santo che le conferisce forza e autorità per lottare contro il male e fare il bene prendendosi cura degli infermi. I demoni sono le forze centrifughe che ci spingono a contrapporci e a farci la guerra l’un l’altro attraverso la maldicenza, le insinuazioni o i giudizi affrettati. L’invidia, la gelosia, l’orgoglio, l’egoismo e l’ambizione alimentano i pensieri e la volontà a prendere delle iniziative in autonomia che da una parte non favoriscono la comunione e dall’altra la mettono profondamente in crisi.
La missione con la quale si annuncia il vangelo è un servizio d’amore non una prestazione, seppur gratuita. Quest’ultima nasce dalla propria volontà e risponde ad un proprio desiderio, mentre il servizio è risposta generosa e gioiosa ad un bisogno concreto delle persone che Dio fa suo identificandosi con i poveri. La missione richiede una condizione previa: svuotarsi di ciò che non è essenziale per poter accogliere il dono dello Spirito e così portare nel mondo non la propria idea ma la Parola di Dio che sana e sazia.
Prima di partire bisogna alzarsi la veste perché il passo del servizio non sia intralciato dai pregiudizi, attese, calcoli di guadagno e la cinta della Parola di Dio possa aderire bene ai nostri fianchi che sono il simbolo della nostra capacità affettiva. Farsi poveri, significa riconoscere la povertà, la propria insufficienza e la tendenza all’autoreferenzialità da tenere sotto controllo.
L’apostolo è tale non per chiamata diretta, ma perché è coinvolto in una vocazione comunitaria nella quale a tutti è donato lo Spirito Santo. Soggetto della missione non sono i singoli a cui è affidato un particolare compito, ma tutta la comunità. Ciascun cristiano, assumendo i sentimenti di Cristo, ha la responsabilità di lasciarsi coinvolgere e includere a sua volta i fratelli nell’abbraccio dell’unico Padre di tutti.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!