La casa dell’amicizia in cui ospitare Gesù – Lunedì della Settimana Santa
Lunedì della Settimana Santa
Is 42,1-7 Sal 26
+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,1-11)
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
La casa dell’amicizia in cui ospitare Gesù
Dopo alcuni giorni da quello in cui aveva risuscitato il suo amico Lazzaro, Gesù ritorna a Betania ospite dei suoi amici. Betania significa casa della sofferenza. Gesù, risuscitando Lazzaro aveva ridato il sorriso della speranza a quella casa che era caduta nel pianto del lutto. Gesù sta per entrare nell’ora della prova in cui anche il suo animo sarà turbato. È il momento nel quale Gesù cerca conforto e lo trova in quella famiglia di cui ha condiviso il dolore fino alle lacrime.
Gli amici preparano per Gesù una cena durante la quale ognuno dei tre padroni di casa gli dimostra la sua amicizia affettuosa: Marta serve con premura e attenzione, Lazzaro lo intrattiene amabilmente mentre cenano e Maria onora Gesù offrendogli il profumo di puro nardo che versa sui suoi pedi e li asciuga con i lunghi capelli.
Durante l’ultima cena ai discepoli che sono attorno a lui, ai quali Gesù aveva appena lavato i piedi, dice: non c’è amore più grande di questo, dare la propria vita per gli amici. Maria, Marta e Lazzaro incarnano tre atteggiamenti con i quali coltivare l’amicizia con Gesù: il servizio, la compagnia e la testimonianza. A volte la dimensione spirituale la intendiamo come qualcosa di altro rispetto alla realtà umana con la quale trattiamo tutti i giorni. I tre fratelli ci suggeriscono invece che la fede, intesa come intimità con Gesù, non ci porta distanti dall’umanità ma, al contrario, molto più vicini per coglierne tutto il suo valore, lo stesso che Dio ci attribuisce.
Gesù, come al pozzo di Sicar e come avverrà sulla croce, si fa mendicante di amore, di calore umano, di affetto. Come potrebbe sussistere un’amicizia, e come questa potrebbe portare conforto, se non ci fosse la gentilezza nel servizio, la sincerità nella condivisione, la tenerezza nel comunicare la propria interiorità?
Viviamo questa Settimana Santa, mettendo da parte i ragionamenti che sono il frutto di una mente che calcola, misura e pesa. Lasciamoci andare all’immediatezza del cuore che non teme di essere affettuoso e dolce con il suo Signore.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!