Il cuore di Dio è sempre rivolto verso l’uomo – Giovedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Il cuore di Dio è sempre rivolto verso l’uomo – Giovedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

16 Gennaio 2020 Off Di Pasquale Giordano

Giovedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

1Sam 4,1-11   Sal 43   

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45) 

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 

E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Il cuore di Dio è sempre rivolto verso l’uomo

Gesù sceglie di percorrere le strade degli uomini e di non rimanere in una casa. Il motivo risiede nella volontà del Signore di raggiungere tutti. Stabilirsi in un luogo significa esserne legato al punto da rimanere anche vittima di meccanismi di protezionismo. I discepoli devono fare i conti col rischio di entrare nella logica del possesso protettivo e di non fungere da ponte ma da filtro per l’incontro con Gesù. La sua missione è quella di aprire la via della comunicazione tra Dio Padre e gli uomini. Per far questo abbatte tutti i muri del pregiudizio che avevano chiuso Dio nel suo Cielo distante dalle vicende terrene, permettendo che si sviluppassero immagini deformi di Dio, quasi come se fosse un idolo. L’estremizzazione della legge porta ad una forma di idolatria per la quale Dio diventa talmente insignificante e inespressivo da sentirlo duro come la pietra, fosse anche preziosa, ma fredda.

Il lebbroso con la sua preghiera supera le barriere del formalismo che traccia un fossato, a volte incolmabile, tra Dio e l’uomo. «Se vuoi, puoi purificarmi»; l’uomo si appella alla volontà di Dio che riconosce essere orientata verso il benessere delle sue creature perché Egli è amante della vita, come dice il Libro della Sapienza. Il potere di Dio è quello di dare la vita ed esso è esercitato perché il suo cuore è rivolto verso l’uomo. Il calore di Dio è rivelato dalla compassione di Gesù. La condizione di malato non è una punizione di Dio perché il Signore non è un giudice che condanna, ma un Padre che si prende cura dei suoi figli. 

Gesù è venuto affinché nella carne di ogni uomo, sebbene deturpata dal peccato, possa risplendere il volto del Padre.

Il lebbroso purificato deve innanzitutto portare la testimonianza dell’opera di Dio ai sacerdoti perché si rendano conto che Dio non gradisce tanto i sacrifici e le offerte ma i cuori contriti e umiliati, come quello del lebbroso che supplica Gesù.

Dio ama l’uomo, lo purifica e lo risana, prendendo su di sé le sue povertà. Alla fine del racconto Gesù ha preso il posto del lebbroso nel deserto per farne il luogo dell’incontro con ogni uomo che, da qualsiasi situazione provenga, può trovare Dio che lo accoglie e lo guarisce. Ciascun uomo crocifisso sulla sua croce può riconoscere in Gesù crocifisso il volto del Padre che trasforma la morte in vita.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!