La fede è bellezza nell’intrattenersi con Gesù – Feria propria del 4 Gennaio
Feria propria del 4 Gennaio
1Gv 3,7-10 Sal 97
+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)
Abbiamo trovato il Messia.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
La fede è bellezza nell’intrattenersi con Gesù
Nel tempo di Natale in cui stiamo meditando l’evento della nascita di Gesù, il Figlio di Dio, la pagina del vangelo di oggi ci riporta alle origini della comunità degli apostoli, embrione della Chiesa. A differenza dei Vangeli Sinottici in cui Gesù passa lungo le sponde del lago di Tiberiade e chiama i primi discepoli, il quarto Vangelo racconta la vocazione non come una chiamata diretta, ma mediata dal Battista prima e da Andrea successivamente che coinvolge suo fratello Simone.
Giovanni Battista aveva conosciuto Gesù attraverso una “visione” e una “parola” dall’Alto. La visione della discesa dello Spirito Santo in forma di colomba e la Parola profetica ricevuta da Dio, il mittente della sua missione a battezzare, aprono gli occhi del Battista per riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La testimonianza di Giovanni induce due dei suoi discepoli a seguire Gesù. L’incontro avviene perché Gesù chiede il motivo della loro scelta e da qui l’invito a vedere dove egli dimora. Il secondo incontro è simile al primo perché Simone viene raggiunto dall’annuncio recatogli dal fratello Andrea che, condividendo la sua esperienza nella quale ha riconosciuto in Gesù il Cristo, lo conduce da lui.
L’incontro con Gesù avviene nell’ambito di una mediazione attraverso dei testimoni che introducono all’esperienza personale e diretta con Gesù. La figura del Battista e quella di Andrea mettono in rilievo il fatto che la fede, quale incontro con Dio, non è riducibile ad un’esperienza individuale e staccata dalla rete di relazioni che formano la vita delle persone. Quando è autentica la fede è al contempo “contagiosa” e quando si entra in reale contatto con Gesù non si può trattenere per sé quel dono ma lo si annuncia in modo da condividerne la gioia e coinvolgere altri in quella esperienza.
Dal racconto dell’evangelista traspare l’entusiasmo di coloro che intravedono in Gesù colui con il quale intrattenersi per dare un senso alla propria vita. Ma spesso dobbiamo ammettere che la nostra fede ha poco di quell’entusiasmo dei primi discepoli che seguono Gesù. Non l’adesione ad un sistema di pensiero o ad un codice morale suscita entusiasmo, ma solo la relazione con una persona che appare significativa nella nostra vita.
Se la nostra fede perde colpi e si fa stanca fino a sbiadirsi vuol dire viviamo con il Signore, e tra di noi, come separati in casa nella quale si respira costantemente un’aria di tensione. Abbiamo bisogno di riappropriarci delle narrazioni delle origini per riscoprire la bellezza della novità cristiana che non consiste in pratiche morali o ascetiche particolari, ma nel rimanere nell’amicizia con Gesù.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!