La gratitudine è consolazione per gli umili e terapia per gli invidiosi – SAN FRANCESCO D`ASSISI
La gratitudine è consolazione per gli umili e terapia per gli invidiosi – SAN FRANCESCO D`ASSISI
Gal 6,14-18 Sal 15
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Il capitolo 11, da cui è tratta questa pericope che la Chiesa ci fa meditare nella festa di san Francesco, si apre con l’interrogativo del Battista, che aveva sentito parlare delle opere del Cristo, posto a Gesù tramite i suoi discepoli: sei proprio tu colui che Dio ha promesso di inviare come Messia? La risposta di Gesù è in ciò che compie a favore degli esclusi, i ciechi, i lebbrosi, gli zoppi, i sordi. Secondo le profezie Dio promette di rianimare il suo popolo a partire dai più poveri. I primi destinatari dell’intervento di Dio non sono i sapienti e i dotti, i sani e i benestanti, ma i piccoli perché solo in essi veramente si manifesta la bellezza dell’amore del Signore.
Gesù si lamenta con i diretti interessati riguardo alla non accoglienza del dono di Dio. C’è chi vede negli altri solo negatività e le amplifica assolutizzandole; per cui Giovanni è un indemoniato perché fa cose che appaiono esagerate e Gesù è un mangione e un beone, amico dei peccatori. La reprimenda vale anche per le comunità che si vantano di aver goduto di segni evidenti della provvidenza di Dio, ma non si sono convertite facendo opere di giustizia.
Nella preghiera Gesù ringrazia il Padre perché opera la sua sapienza attraverso i piccoli, cioè per mezzo di quelli che vanno controcorrente, che vengono tacciati di stupidità perché non si conformano al modo di fare comune e che si distinguono per la fedeltà all’amore, nonostante personali sofferenze e umiliazioni.
I dotti e i sapienti di questo mondo non sono capaci di gratitudine e di lode, ma solamente di giudizi e lamentele; poveri loro! Beati sono quelli che pur essendo oggetto di accuse e insulti, colpiti dalla calunnia e dall’ingiustizia, trovano rifugio in Gesù, l’unico che può garantire ristoro per le anime ferite.
Coloro che amano Dio nella Chiesa vanno incontro a ostilità da parte dei fratelli appartenenti alla stessa comunità ma non aderenti allo stesso Dio. S. Francesco è il discepolo di Cristo che si è fatto povero per arricchire la Chiesa di santi non di onori. S. Francesco, vera icona di Cristo povero e sofferente per amore, è oggi il cristiano che trova nella preghiera, l’adorazione e la meditazione della Parola, la forza di essere nel mondo in cui vive segno di contraddizione delle consuetudini mondane e fermento di carità fraterna.
Auguro a tutti una serena giornata e auguri a tutti coloro che portano il nome di Francesco; vi benedico di cuore!