La grandezza del cristiano si misura sull’amabilità – San Girolamo
La grandezza del cristiano si misura sull’amabilità – San Girolamo
Zc 8,1-8 Sal 101
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50)
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Quando Gesù accenna al suo destino di sofferenza i suoi discepoli, che non vogliono capire, o si trincerano dietro un imbarazzante silenzio o si dilettano a giocare a fare il capo. Oggetto della discussione è la definizione di chi fosse tra loro il più grande, il più importante. Non era messa in discussione la leadership di Gesù, ma essi già pensavano alla successione. Facile immaginare che ognuno vantasse qualche particolare nel rapporto con Gesù che lo rendesse agli occhi degli altri più ammirabile e credibile. Nelle relazioni si può anche partire da buone intenzioni, ma se non si fa spazio alla parola di Dio che veramente conosce i ragionamenti del cuore dell’uomo, si cade facilmente nella competizione. La fraternità degenera nella concorrenzialità. Quando ci accorgiamo che stiamo inquinando la sorgente dove tutti attingono l’acqua, allora bisogna far risuonare con forza le parola di Gesù. Lo stile del cristiano è quello dell’accogliere prendendosi cura degli altri come si fa con i bambini, non dell’accaparrare i posti nei quali si ostenta se stessi.
La grandezza di Dio si rivela prima ancora che nei miracoli, nel fatto che si è fatto piccolo. L’umiltà si coniuga con l’amabilità. Dio non si è fatto solo conoscere, ma si fa amare. Accogliere l’altro come un bambino che richiede tatto, delicatezza, attenzione, rispetto, significa essere amabili. Chi si rende amabile testimonia con il suo atteggiamento la vera grandezza di Dio.
L’amabile sa vedere in tutto un segno dell’amore di Dio e rallegrarsi. Giovanni interviene dimostrando che gli insegnamenti di Gesù fanno fatica ad essere assimilati. Questo è il motivo per cui Gesù ripete con altre parole quello che aveva detto prima. Bisogna essere amabili per cogliere la stessa amabilità di Dio che dona la facoltà di guarire a tutti. Il potere dell’amore che cura e risana, libera e riscatta, promuove e solleva, non è esclusiva dei battezzati. Essi piuttosto devono riconoscere in ogni uomo che fa del bene un fratello, con la bella responsabilità di rivelargli che origine del bene fatto è l’unico Dio padre di tutti.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!