Maria, Madre nostra perché Figlia di suo Figlio
Maria, Madre nostra perché Figlia di suo Figlio – Maria Madre della Chiesa
Gen 3, 9-15.20 Sal 86
+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 19,25-34)
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Papa Francesco ha fissato la memoria liturgica di Maria Madre della Chiesa oggi, lunedì dopo la Pentecoste. La pagina del vangelo scelta è quella in cui Giovanni narra l’ora nella quale Gesù porta a compimento la missione affidatagli dal Padre, quella di donare lo Spirito Santo. La festa di Pentecoste è stata l’occasione per riflettere sul ruolo che lo Spirito Santo ha nella nostra vita. Il dono di Dio per eccellenza ha come effetto primario quello di creare in noi un cuore nuovo, cioè la coscienza di essere figli. Nel contesto delle nozze di Cana la madre di Gesù gli aveva segnalato la mancanza di vino. La risposta che il figlio dà alla madre è una domanda: “cosa c’è tra me e te?”, tradotta anche con l’espressione “cosa vuoi da me?”. In quell’occasione Gesù si era rivolto alla madre chiamandola “Donna” che, nel linguaggio biblico, richiama un altro titolo dato a Gerusalemme e al popolo d’Israele, “Figlia di Sion”. Questo titolo, “Donna”, ricorre anche nella scena della morte di Gesù. A Cana aveva avuto modo di dire che non era ancora giunta la sua ora, che invece si sarebbe compiuta sulla croce. Proprio qui Gesù risponde alla domanda che aveva fatta alla madre: “cosa c’è tra me e te?”. Infatti il dono dello Spirito fa di Maria la figlia di suo Figlio, come l’appella anche il poeta Dante. Sì, la Madre di Dio e della Chiesa è innanzitutto figlia che da Gesù accoglie la vita del Padre. In quanto figlia “adottata” dal Padre diventa Madre della Chiesa adottando anche lei tutti i figli che suo Figlio Gesù le affida. La maternità di Maria così diventa anche modello per ogni figlio, per ogni frammento di Chiesa, perché possa vivere come lei la maternità spirituale. Maria si è per così dire “adattata” alla morte del figlio lasciandosi adottare come figlia dal Padre celeste. Certo dobbiamo scrollarci di dosso il pregiudizio circa l’adozione in quanto spesso è associata ad una soluzione di ripiego. Invece l’adozione è alla base della nostra esistenza, in quanto essa prima ancora che essere un diritto è un dono gratuito. Giustamente parliamo dei diritti del figlio e i diritti delle famiglie, ma dovremmo ancor prima parlare del dono di essere figli e del dono di essere padri e madri. L’adozione rivela l’essenza della vita il cui valore non è dato dai diritti esercitati ma dal vivere nella dimensione e nella logica del dono. Dio è Padre e Madre perché, adottandoci come figli, ci accoglie come siamo e al tempo stesso si dona con amore creando le condizioni per crescere umanamente. Il figlio che riconosce di essere amato e accolto per quello che è diventa a sua volta amante e accogliente nei confronti degli altri. La maternità spirituale che Maria ha ricevuto per grazia in quanto “Figlia del Padre”, è un dono per tutti perché anche ciascuno di noi, che si riconosce anche figlio suo, possa essere un dono d’amore e di tenerezza per gli altri.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!