Questo io desidero, abitare la Casa di Dio
Questo io desidero, abitare la Casa di Dio – Venerdì della IV settimana di Pasqua
At 13,26-33 Sal 2
+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 14,1-6)
Io sono la via, la verità e la vita.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
L’immagine della casa evoca il calore familiare, la sicurezza, la stabilità che sono garantite non tanto da muri e pilastri, quanto invece dalla relazione che si instaura tra le persone che vivono in essa. La “Casa del Padre mio”, come la chiama Gesù, ha una dimensione visibile che è il tempio. Lì trovano rifugio coloro che, come cantano alcuni salmi, esprimono il desiderio di abitare la casa del Signore tutti i giorni della vita per contemplare il suo volto. L’orante del salmo 24 si domanda: “Chi potrà stare nel suo luogo santo?” la risposta la trova nei comandamenti: “Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno”. La conclusione che si potrebbe trarre è che la casa, luogo ideale nel quale realizzare tutti i desideri più profondi, sia costruita con “i sacrifici”. Tuttavia Gesù, preannunciando agli apostoli la sua morte, provoca in loro un forte turbamento. Essi avvertono infatti che sta crollando “il mondo” delle attese che si sono creati. In realtà la morte di Gesù segnerà la fine del tempio terreno, e con esso le obsolete forme di giustizia legate a riti e norme; contestualmente la sua risurrezione inaugurerà il nuovo tempio, il suo corpo glorioso, non costruito dall’uomo ma edificato da Dio, e attraverso il quale l’uomo sperimenta il modo nuovo di essere nella casa di Dio. In essa c’è posto per tutti, non ci sono recinti, ma ognuno potrà abitare la casa del Padre come Gesù. Egli, infatti, ha la sua dimora nel cielo e in essa trova spazio ogni uomo che, attraverso Gesù, non offre più sacrifici di animali, ma presenta al Padre la sua vita come atto di amore a Lui e ai fratelli. Gesù inaugura la via al cielo sulla quale l’uomo può rimanere solo se segue le sue orme. Agli apostoli nel momento della prova, soprattutto quando tutto crolla, viene chiesto di non chiudersi in se stessi o affidarsi alle persone sbagliate, ma di aggrapparsi e rifugiarsi in Dio, attraverso Gesù. È lui, infatti, che viene a noi oggi attraverso il suo Spirito e, abitando in noi, ci fa accedere a Lui, ci fa stare alla Sua presenza, ci fa dimorare nel cielo come figli. Quando siamo difronte alla Bibbia e davanti al Santissimo Sacramento siamo accolti alla presenza di Dio il quale ci fa sentire a casa nostra rivolgendoci parole che rivelano che siamo suoi figli attesi, amati e perdonati.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!