Il dolce peso dell’Amore
Il dolce peso dell’Amore – SANTA CATERINA DA SIENA
1Gv 1,5-2,2 Sal 102
+ Dal Vangelo secondo Matteo(Mt 11,25-30)
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
“Ti rendo lode, Padre… ” non c’è parola più bella e preghiera più gradita che quella con la quale si esprime la gioia, la gratitudine e lo stupore per la grandezza dell’amore di Dio. Gli occhi e le mani di Gesù innalzate verso il cielo sono l’immagine più eloquente che racconta meglio di ogni altra cosa il rapporto di dolce intimità tra il Padre e il Figlio. Il legame che li unisce è l’amore vicendevole che ispira a ciascuno di loro il modo di glorificare l’altro. Un padre e una madre si sentono orgogliosamente realizzati quando vedono il proprio figlio portare a compimento i suoi progetti di vita, e parimenti, un figlio è contento quando vede il volto sereno e gioioso dei suoi genitori. L’amore intimo, che unisce come un giogo, porta a desiderare la gioia dell’altro prima della propria. I sapienti e i dotti sono ricchi di conoscenza, ma spesso anche di saccenteria. Difficilmente essi chiedono aiuto o si mostrano bisognosi di qualcosa. I piccoli, invece, sono quelli che come Gesù, nella loro ricerca non vanno incontro a cose vane, ma desiderano una persona. Il cucciolo d’uomo, anche se non lo sa, si calma e vince le sue paure sentendo il calore del corpo, appoggiandosi al petto per ascoltare il suono a lui familiare del cuore della mamma. L’uomo che ha sete solo di conoscere, ma non di incontrare l’altro, rivolge le sue attenzioni non verso le persone, ma verso le cose o le idee. I piccoli, nella loro povertà non desiderano solamente cose, ma innanzitutto la relazione personale. Nessun oggetto può dare sollievo come lo dà il contatto personale. I sapienti e i dotti girano a vuoto nei labirinti dei loro ragionamenti, i piccoli invece sanno cogliere con immediatezza la bellezza di un abbraccio, la dolcezza di un sorriso, il tatto con il quale si domanda: “come stai?”. I dotti e i sapienti fanno subito il calcolo degli interessi, i piccoli sanno distinguere tra chi li ama e chi li usa. Il riposo si trova solo nell’incontro con Gesù, nel toccare la sua carne in quella dei nostri fratelli più piccoli, nel poggiare l’orecchio sul petto della Chiesa per ascoltare, attraverso la Parola di Dio, il suono del cuore del Signore che palpita di passione per noi.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore; vi chiedo anche una preghiera particolare nel giorno in cui ringrazio il Signore per il dono del sacerdozio ministeriale che ho ricevuto 19 anni fa.