Se non apri gli occhi non vedrai mai la luce che chiedi!
Se non apri gli occhi non vedrai mai la luce che chiedi! – Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)
Gen 4,1-15.25 Sal 49
+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 8,11-13)
Perché questa generazione chiede un segno?
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.
Nel deserto era avvenuto non solamente un miracolo ma un segno rivelatore dell’opera di Dio. La Provvidenza non è la risoluzione dei problemi calata dall’alto, ma è la fruttificazione del bene che germoglia dal cuore dell’uomo che accoglie con gratitudine i beni che ha e li condivide con gratuità, generosità e fiducia. I farisei che vanno da Gesù ascoltano con diffidenza quello che viene loro riferito circa Gesù, quello che fa e dice. Sono persone legate al legalismo per il quale tutto si gioca sul dovere e sul merito. Non accettano la novità del vangelo dell’amore perché non rientra nei loro schemi mentali radicalizzati nel materialismo. Può capitare anche a noi di svalutare il vangelo che ci annuncia un Dio molto diverso dalle nostre idee, per le quali la divinità premia o castiga in base ai meriti o alle colpe. Troppo bello per essere vero – spesso diciamo davanti ad una sorpresa piacevole abituati, come siamo, a guardarci dal fratello, a prendere tutte le dovute precauzioni per non cadere in tranelli e tradimenti, ad assicurarci che l’altro non ci sottragga quello che ci spetta. In definitiva si vive con la paura di passare “per fessi”, per deboli, di essere lasciati soli nel portare i pesi più pesanti. Se qualcuno fa un’azione buona che non ci aspettiamo, ci viene il dubbio che lo faccia per un interesse a noi sconosciuto. Guardando questi farisei che disputano con Gesù, dovremmo domandarci se, quando i conti non ci tornano, anche noi chiediamo a Dio un segno che ci dia garanzie e dissipi i nostri dubbi. Se non ci abituiamo a vedere il bene, a cogliere i segni quotidiani della provvidenza di Dio, a gustare la consolazione dello Spirito Santo che costantemente ci viene donata, saremo sempre sul piede di guerra con fare inquisitorio e giudicante. Il sospiro triste di Gesù dice tutto il dolore di Dio nel vedersi opporre la chiusura del cuore. Anche in Dio c’è il dolore che non è quello del suo io ferito, ma del male che la sua creatura si fa chiudendosi nell’isolamento orgoglioso.
Signore Gesù, abbi misericordia di me e del mio cuore tante volte chiuso nei suoi ragionamenti gretti e materiali. Quando sulle mie labbra appaiono espressioni provocatorie, tocca il mio cuore perché l’orgoglio che lo abita sia vinto dal tuo amore fedele. Se tu non apri i miei occhi io continuerò a chiedere la luce, che in realtà già c’è ed è per me, ma che il mio peccato rifiuta lasciandomela alle spalle. Insegnami a discutere e anche a litigare con te perché stupito del tuo amore e avvinto dalla tua benevolenza, io abbassi ogni difesa e ti accolga come il mio Signore.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!