Se non apri gli occhi non vedrai mai la luce che chiedi!

Se non apri gli occhi non vedrai mai la luce che chiedi!

17 Febbraio 2019 Off Di Pasquale Giordano

Se non apri gli occhi non vedrai mai la luce che chiedi! – Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)

Gen 4,1-15.25   Sal 49  

+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 8,11-13)

Perché questa generazione chiede un segno?

 

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.

Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».

Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Nel deserto era avvenuto non solamente un miracolo ma un segno rivelatore dell’opera di Dio. La Provvidenza non è la risoluzione dei problemi calata dall’alto, ma è la fruttificazione del bene che germoglia dal cuore dell’uomo che accoglie con gratitudine i beni che ha e li condivide con gratuità, generosità e fiducia. I farisei che vanno da Gesù ascoltano con diffidenza quello che viene loro riferito circa Gesù, quello che fa e dice. Sono persone legate al legalismo per il quale tutto si gioca sul dovere e sul merito. Non accettano la novità del vangelo dell’amore perché non rientra nei loro schemi mentali radicalizzati nel materialismo. Può capitare anche a noi di svalutare il vangelo che ci annuncia un Dio molto diverso dalle nostre idee, per le quali la divinità premia o castiga in base ai meriti o alle colpe. Troppo bello per essere vero – spesso diciamo davanti ad una sorpresa piacevole abituati, come siamo, a guardarci dal fratello, a prendere tutte le dovute precauzioni per non cadere in tranelli e tradimenti, ad assicurarci che l’altro non ci sottragga quello che ci spetta. In definitiva si vive con la paura di passare “per fessi”, per deboli, di essere lasciati soli nel portare i pesi più pesanti. Se qualcuno fa un’azione buona che non ci aspettiamo, ci viene il dubbio che lo faccia per un interesse a noi sconosciuto. Guardando questi farisei che disputano con Gesù, dovremmo domandarci se, quando i conti non ci tornano, anche noi chiediamo a Dio un segno che ci dia garanzie e dissipi i nostri dubbi. Se non ci abituiamo a vedere il bene, a cogliere i segni quotidiani della provvidenza di Dio, a gustare la consolazione dello Spirito Santo che costantemente ci viene donata, saremo sempre sul piede di guerra con fare inquisitorio e giudicante. Il sospiro triste di Gesù dice tutto il dolore di Dio nel vedersi opporre la chiusura del cuore. Anche in Dio c’è il dolore che non è quello del suo io ferito, ma del male che la sua creatura si fa chiudendosi nell’isolamento orgoglioso.

 

Signore Gesù, abbi misericordia di me e del mio cuore tante volte chiuso nei suoi ragionamenti gretti e materiali. Quando sulle mie labbra appaiono espressioni provocatorie, tocca il mio cuore perché l’orgoglio che lo abita sia vinto dal tuo amore fedele. Se tu non apri i miei occhi io continuerò a chiedere la luce, che in realtà già c’è ed è per me, ma che il mio peccato rifiuta lasciandomela alle spalle. Insegnami a discutere e anche a litigare con te perché stupito del tuo amore e avvinto dalla tua benevolenza, io abbassi ogni difesa e ti accolga come il mio Signore.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!