Il cristiano, come fiamma luminosa, si eleva verso il cielo e illumina chi lo circonda

Il cristiano, come fiamma luminosa, si eleva verso il cielo e illumina chi lo circonda

1 Febbraio 2019 Off Di Pasquale Giordano

Il cristiano, come fiamma luminosa, si eleva verso il cielo e illumina chi lo circonda – PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Ml 3,1-4   Sal 23   Eb 2,14-18

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-40)

I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

 

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli:

luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Maria e Giuseppe compiono un primo pellegrinaggio con il neonato Gesù, il loro primogenito. La legge prescriveva il rito dell’offerta del primo figlio maschio a Signore volendo significare con questo gesto che Dio è il Signore della vita e i figli sono un dono suo. Nel tempio i genitori di Gesù incontrano Simeone, un uomo pio che, mosso dallo Spirito Santo, si era recato nel santuario di Gerusalemme. Se il rito prescritto dalla legge manifestava il riconoscimento di quel bambino come figlio di Dio, lo Spirito Santo attraverso Simeone rivela che è la luce delle genti, cioè il dono che Dio offre non solo a Maria e a Giuseppe, ma anche a tutti i popoli. Simeone è l’immagine dell’uomo che è aperto alla novità di Dio e ne sa cogliere i segni. Dio non soddisfa i bisogni degli uomini ma realizza il desiderio di vita che supera di gran lunga le loro richieste. La consolazione che attende Simeone non è il contentino che viene richiesto di volta in volta esponendo a Dio le necessità, ma il desiderio di vedere compiute le promesse di vita per sé e tutta la comunità degli uomini. La salvezza offerta in Gesù è più delle richieste di aiuto elevate dall’uomo. La salvezza è il dono dello Spirito Santo attraverso il quale facciamo della nostra vita un dono a Dio e ai fratelli. Gesù, il figlio di Dio, attraverso lo Spirito Santo si consacra totalmente al Padre perché la sua vita sia offerta per la vita di ogni uomo. Con la consacrazione della sua vita, cioè con l’offerta del suo corpo, Gesù rivela il vero e unico bene da attendere e accogliere. Gesù è la pienezza della benedizione di Dio, in Gesù tutto ci è dato perché anche noi possiamo essere benedizione per gli altri. Salvo è colui che, liberato dalle tenebre del peccato, si fa dono luminoso a Dio per i suoi fratelli.

Come Simeone attendiamo nella preghiera il dono della consolazione e accogliamo con gratitudine Gesù nella Parola ascoltata e nell’Eucaristia dataci come nutrimento. Cristo, Luce del mondo, apra i nostri occhi per riconoscerlo come Salvatore, renda i nostri cuori accoglienti del dono della sua benedizione, apra le nostre labbra per lodarlo e proclamare il vangelo in ogni situazione della vita, faccia del nostro corpo un’offerta gradita a Dio per il bene di tutti gli uomini.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!