L’amore vero si coniuga solo al presente
L’amore vero si coniuga solo al presente – Feria propria del 10 Gennaio
1Gv 4,19-5,4 Sal 71
+ Dal Vangelo secondo Luca(Lc 4,14-22)
Oggi si è adempiuta questa Scrittura.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
La pagina del vangelo di oggi, tratta dal racconto dell’evangelista Luca, ci riporta ai primi passi della missione di Gesù. Aveva iniziato col farsi conoscere e apprezzare nelle sinagoghe dei villaggi della Galilea, per poi tornare a Nazareth, dove già tutti lo conoscevano come il figlio di Giuseppe. Gesù chiede di poter proclamare la parola di Dio e gli viene affidato il rotolo del profeta Isaia. La liturgia di quel sabato prevedeva la proclamazione di un testo riguardante il Cristo, l’Unto del Signore, inviato ad evangelizzare i poveri. Quelle parole, scritte circa cinquecento anni prima, diventano evento quando Gesù, interpellato da esse, accetta che si compiano in lui. Il Cristo, annunciare del vangelo, si fa povero con i poveri, prigioniero con i carcerati, con i ciechi sperimenta il buio delle tenebre, con gli oppressi condivide il peso dell’angoscia. Nella concretezza storica e quotidiana del limite umano Dio entra col suo vangelo, annuncia il suo progetto di vita, propone all’uomo di realizzarlo insieme a Lui.
L’oggi a cui fa riferimento Gesù è il tempo presente di Dio che non è né un reperto del passato né un’utopia del futuro, ma ogni verbo attribuito a Lui si coniuga solo a presente. La relazione con Dio, come ogni rapporto d’amore autentico, non si gioca né sui ricordi del passato, né sulle proiezioni future, ma nell’oggi in cui c’è tutto quello che è possibile ricevere e dare, anche se non è tutto, anche se non è perfetto. Solo nell’oggi ci si può incontrare e ci si può amare, perché questo verbo ha senso solo se è coniugato nel presente, anche se non è perfetto. L’amore del passato, se mai ci fosse stato, non c’è più, quello del futuro non c’è e forse mai ci sarà, per cui rimane solo l’amore del presente. L’amore che genera vita trova la sua origine in Dio, l’oggi sempre nuovo della storia. Dio ama solo oggi e l’uomo, amato da Dio “oggi” viene generato e solamente “oggi” può amare e generare. La Parola di Dio mi rivela come Dio oggi mi sta amando e suscita in me la domanda: oggi come sto amando il mio fratello? Per usare un’immagine direi che il passato m’insegna l’arte, il futuro mi fornisce la tavola, ma l’opera d’arte si realizza solo nel presente.
Nella vita di Gesù e in quella del cristiano gioca un ruolo fondamentale lo Spirito Santo che funge da regista. È Lui che rende l’Amore di Dio presente, concreto, possibile, perché Lui è Signore e dà la Vita. Lo Spirito Santo fa del vangelo un evento nel quale Gesù oggi parla ai poveri liberandoli dalle schiavitù spirituali e materiali, interiori e sociali, risollevando il cuore di coloro che sono appesantiti dai macigni delle prove, donando la luce della speranza agli sfiduciati che vedono tutto buio. Lo Spirito Santo rende presente oggi Gesù nella mia vita e io oggi sono nel paradiso con Lui.
Signore Gesù, donami oggi il tuo Santo Spirito; attraverso Te chiedo al Padre Lui, il nutrimento che viene dal cielo; lo invoco in ogni oggi come un figlio che quotidianamente desidera il pane per vivere.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!