Maria, matita nelle mani di Dio – Feria propria del 20 Dicembre

Maria, matita nelle mani di Dio – Feria propria del 20 Dicembre

19 Dicembre 2018 Off Di Pasquale Giordano

Maria, matita nelle mani di Dio – Feria propria del 20 Dicembre

Is 7,10-14   Sal 23

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio.

 

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il racconto dell’evangelista Luca dalla grande città di Gerusalemme si sposta a Nazaret, uno sconosciuto villaggio della Galilea, mai menzionato nella bibbia ebraica. Qui abita Giuseppe, discendente lontano del re Davide, che ha stipulato la ketuvah, cioè una scrittura con la quale ha sposato Maria. La promessa sposa è ancora nella sua casa paterna in attesa che termini il tempo della prova e possa essere introdotta nella casa del suo sposo. In questo tempo di attesa del compimento della promessa (di matrimonio) accade qualcosa d’imprevedibile e sconvolgente. A Maria viene annunciato il compimento di un’altra promessa, quella di Dio al popolo d’Israele che, a causa della scelleratezza dei suoi capi e dell’ingiustizia diffusa, era come una donna incapace di generare, sola e abbandonata; Dio aveva promesso di intervenire in prima persona e di guidare lui stesso il popolo come fa un buon pastore col gregge di cui si prende cura. Si sarebbe unito nuovamente in matrimonio come uno sposo con la sua donna, stipulando un’alleanza nuova ed eterna nella fedeltà. Maria quando riceve l’annuncio divino di essere stata scelta per essere la madre del Messia, sarà andata col ricordo alle donne d’Israele le cui storie di maternità sono entrate a pieno titolo nella narrazione della salvezza. Maria è cosciente della sua piccolezza e consapevole del fatto che non sarà lei a scrivere la storia del suo popolo. Domanda: come accadrà? Così apprende che lo Spirito Santo scriverà l’icona del volto di Dio nella sua carne. Maria accetta di essere matita nelle mani di Dio perché possa stipulare con la sua sposa, il nuovo popolo, la sua chiesa, la nuova ed eterna alleanza. Essa non sarà più incisa su pietra, come il cuore di chi rifiuta Dio, ma nella tenera carne di un bambino nella cui povertà è racchiuso il tesoro di Dio.

 

Maria, fanciulla di Nazaret, periferia dell’umanità avvolta dall’oblio, tu sei l’esempio della scelta preferenziale di Dio per i poveri. Come Gesù farà un giorno con un bambino, mettendolo al centro, così il Signore ti ha chiamato ad essere sua Madre nella carne e Madre della Chiesa nella fede. Insegnami l’arte dell’umiltà tipica della creta che non domanda conto al vasaio e la semplicità della matita la cui unica ragione di esistenza è l’essere usata. Con te anche io possa dire rivolgendomi al Signore: eccomi, sono nelle tue mani, realizza attraverso di me la tua volontà.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!