Paolo, rigenerato dalla misericordia del Padre, diventa testimone gioioso per i suoi fratelli minori – Venerdì IV settimana di Pasqua

Paolo, rigenerato dalla misericordia del Padre, diventa testimone gioioso per i suoi fratelli minori – Venerdì IV settimana di Pasqua

27 Aprile 2018 Off Di Pasquale Giordano

Dagli Atti degli Apostoli (At 13,26-33)

 

In quei giorni, [Paolo, giunto ad Antiòchia di Pisìdia, diceva nella sinagoga:]

«Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.

Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso.

Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.

E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: “Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”».

 

Parola di Dio

 

Paolo nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia, dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della storia del popolo d’Israele secondo la categoria della fedeltà di Dio all’alleanza stipulata con i patriarchi, passa ad annunciare che è giunto finalmente il tempo del compimento della promessa fatta dal Signore. L’atteso si è fatto presente nella persona di Gesù, ma da molti è stato rifiutato; infatti, pur essendo innocente fu messo a morte come un malfattore. Tuttavia Dio, facendolo risorgere dai morti manifesta che il suo amore è per sempre e, attraverso il Risorto e i suoi testimoni, invita a cogliere l’occasione per lasciarsi riconciliare e riscrivere la storia di amore con Lui da figli, non più da schiavi. Paolo non racconta una storia inventata o edulcorata per convincere della validità del suo pensiero, ma narra la storia di Gesù alla luce della promessa di Dio contenuta nella Legge e i profeti e il suo riflesso nella propria vita di uomo rigenerato dalla morte e risurrezione di Cristo. Quella di Paolo non è tanto un insegnamento, quanto una testimonianza di rinascita come figlio di Dio, attraverso la morte vissuta quando ha visto crollare tutte quelle convinzioni e pregiudizi che, se da una parte sostenevano la presunzione di salvarsi attraverso la pratica delle norme della legge, dall’altra alimentavano le contrapposizioni e la guerra “santa” contro i propri fratelli di fede. Paolo testimonia con la sua vita quanto feconda sia la fedeltà di Dio all’uomo che può rinascere solo unendosi alla morte e alla risurrezione di Gesù. Guardiamo Paolo come esempio e modello di evangelizzatore che si pone nei confronti di chi incontra come un fratello che condivide la gioia di essere riconciliato col Padre. Paolo è come il figlio maggiore della parabola di Luca 15 che alla fine (non scritta dall’evangelista) diventa l’organizzatore della festa per il fratello minore ritornato a casa.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!