La novità cristiana – Domenica di Pasqua (Veglia pasquale)

La novità cristiana – Domenica di Pasqua (Veglia pasquale)

31 Marzo 2018 Off Di Pasquale Giordano

La novità cristiana – Domenica di Pasqua

 

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,1-7)

 

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

 

I primi raggi di sole che si fanno spazio tra le tenebre della notte annunciano un nuovo inizio: è l’inizio di un nuovo giorno, il principio di una nuova settimana. L’alba proclama una novità che le donne, che stanno andando al sepolcro di Gesù, ignorano. Esse, dopo aver comprato gli la mirra per ungere il corpo di Gesù, si dirigono verso il sepolcro con una domanda: come potremo entrare nel sepolcro se non c’è nessuno che possa togliere la pietra dall’ingresso? Le donne rappresentano i discepoli di Gesù che vorrebbero esprimere la loro devozione al maestro, onorarne il ricordo, ma c’è un ostacolo che li frena: la consapevolezza della colpa e dei propri limiti. Quando il dolore entra di prepotenza nella vita e la nostalgia della fraternità ci invade, vorremmo superare tutte le barriere del pregiudizio, dell’orgoglio, del risentimento, della diffidenza e varcare la soglia del cuore dell’altro per entrare nell’ intimità familiare. Ma chi toglierà la pietra, il peso dei ricordi negativi del passato che alimentano la rabbia e la paura? Forse sentiamo il peso del giudizio di Dio, della Chiesa e di quelli che le appartengono, e crediamo di non essere abbastanza degni, perché non rientriamo in schemi che chiamiamo santità.

Basta alzare gli occhi da sé e rivolgerli avanti a sé e su di sè per accorgersi di una prima novità; si preoccupavano di problemi inutili, infatti qualcun altro si era incaricato di anticiparle nel loro bisogno. Ci preoccupiamo di cose che sono solo nella nostra mente stretta da tante paure e complicazioni inutili. Dio stesso, con il sacrificio del suo Figlio, Agnello che toglie il peccato del mondo, scaraventa lontano ogni ostacolo alla realizzazione della nostra felicità. Non ci sono dogane per le quali bisogna esibire un documento che ci abiliti al passaggio. È necessario alzare lo sguardo fissato sui particolari negati, purificarlo da ogni pregiudizio e pretesa di guardare il mondo dal foro di un imbuto, per accorgerci della mano potente di Dio che si solleva non per punirci ma per proteggerci. È Lui che ci giustifica, ci rende degni e forti di superare ogni frontiera della vita per proseguire e portare a compimento il pellegrinaggio della fede.

Entrate dunque nel sepolcro ecco presentarsi alle donne una seconda novità: l’incontro con un giovane seduto alla destra, rivestito di una veste bianca. All’inizio del racconto della passione un altro giovinetto vestito solo di un lenzuolo aveva fatto la sua comparsa. Era nell’orto del Getzemani mentre Gesù era arrestato e gli apostoli si disperdevano. I soldati accortisi di lui tentarono di afferrarlo ma lui fuggì via nudo. Quel giovinetto è il segno che inaugura il cammino di graduale spoliazione di Gesù fino alla morte. Ma ora quel giovinetto che era scomparso nella notte, immagine di Gesù, nudo sottratto agli sguardi degli uomini dalla morte e dalla sepoltura, ora appare sereno, rivestito della veste bianca della vittoria e annuncia la risurrezione. Colui che si è spogliato di tutto, ha rinnegato se stesso prendendo con amore la sua croce è stato rivestito di gloria e di potenza regale. Lo sconfitto è stato incoronato, l’umiliato è stato esaltato, il povero è stato arricchito, la sterile è stata resa feconda, la vedova è stata maritata, l’orfano è stato adottato come figlio e accolto nella famiglia.

Ecco dunque la terza novità: le donne cercano nel sepolcro l’uomo Gesù di Nazareth, il crocifisso, ma in realtà è risorto e non è più nel sepolcro. Se dunque erano lì per ungere il cadavere di Gesù, esse ora devono spandere la fragranza dell’annuncio che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, è il Crocifisso Risorto. Egli è posto a capo del nuovo popolo d’Israele chiamato a libertà, condotto verso la terra promessa che non è un luogo con confini da difendere, spazi da conquistare, regole da rispettare. È il popolo che compie il suo esodo, la sua pasqua passando attraverso la morte da vita a vita.